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Coronavirus, la moglie del biologo morto: "Purtroppo ha fatto un errore"

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"Un grande errore rifiutare il ricovero": così parla la moglie del biologo morto con il coronavirus che ha preferito rimanere a casa e non recarsi in ospedale.

La moglie del biologo di 58 anni morto a Caltanissetta con il coronavirus dopo aver rifiutato un ricovero ha voluto fornire la sua versione dei fatti. Ha spiegato da quanto tempo l’uomo si trovava in una situazione di malessere definendo la sua ultima scelta un grande errore.

Coronavirus: parla la moglie del biologo morto

La donna ha spiegato che il marito aveva avuto i primi sintomi di febbre e dolori diffusi mercoledì 4 marzo 2020. Pensando di essersi preso un’influenza dato che poco prima era stato in campagna a fare dei lavori, ha contattato il medico di famiglia che gli ha prescritto un antibiotico e del cortisone. Non avendo notato miglioramenti, ha così chiamato la guardia medica giunta lunedì 9 marzo con tutti i dispositivi di protezione che gli ha consigliato di prendere il rocefin. Il giorno dopo, vedendo che iniziava ad avere problemi respiratori, la donna ha contattato il medico di base. Costui gli ha detto di aspettare che la terapia facesse effetto.

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Ma lei ha deciso di chiamare il 118 che, sulla base dei sintomi riferiti, ha subito consigliato un ricovero in ospedale. “Lì è stato l’errore di mio marito. Purtroppo. Ha preferito affidarsi a quanto aveva detto il medico di famiglia e ha rifiutato il ricovero pensando che nel frattempo il rocefin potesse veramente essere efficace“, ha spiegato la moglie.

Il giorno seguente la situazione è precipitata. Si è nuovamente chiamato il 118, gli operatori hanno trasferito l’uomo al Pronto Soccorso ma una volta arrivato il suo quadro clinico era già gravemente compromesso. La Tac ha infatti confermato una polmonite interstiziale e il paziente è stato intubato e posto in isolamento in attesa dell’esito del tampone. Dopo poche ore dal ricovero però è sopraggiunto il decesso, dopo il quale si è scoperta la sua positività al coronavirus.

La moglie ci ha tenuto anche a fare una specifica, chiarendo che sua figlia era tornata da Firenze martedì 10 marzo autodenunciandosi. Ma ormai il padre aveva già contratto l’infezione. Ha inoltre voluto smentire le voci secondo cui l’uomo aveva partecipato ad una festa di pensionamento. “Da quando ha accusato i primi sintomi ha preferito stare a casa“, ha spiegato.