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Coronavirus, Gallera: "Bertolaso non avrebbe mai immaginato una situazione così"

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Gallera, rispetto all'emergenza coronavirus in Italia: "Bertolaso mi ha detto che non avrebbe mai immaginato una situazione così".

Nessuno poteva aspettarsi una situazione del genere: Gallera ha ammesso di aver contattato Bertolaso e insieme hanno cercato nuove possibili soluzioni per l’emergenza. Il prossimo passo, da quanto si apprende, sarebbe la chiusura totale delle attività in Lombardia. “È un sacrificio? Certo che lo è – ammette Gallera -. Ma non ci sono altre strade” perché “crescono i dati di Monza, di Lecco e quelli di Milano, dove iniziano a diventare significativi. Non c’è una cura contro il Covid-19, per ora solo terapie sperimentali. E gli ospedali sono al limite”.

Coronavirus, Bertolaso sull’emergenza

Come ha detto Gallera, nemmeno Bertolaso si aspettava un’emergenza di tale rilievo: il coronavirus sta mettendo a dura prova al sanità lombarda e italiana. Gli ospedali sono al collasso e le persone continuano a violare i decreti di contenimento. L’unica mossa attuabile, dunque, rimane la chiusura totale della Lombardia. Anche Attilio Fontana ritiene che ci siano troppe persone in giro e perciò si prepara a inserire nuove restrizioni in Lombardia.

“I decessi in Lombardia crescono, ieri (18 marzo ndr.) 319 in più in 24 ore – ha riferito l’assessore al Welfare della Lombardia -. Valuteremo le curve dei dati tra oggi e domani e faremo una proposta. Siamo ancora di fronte a numeri enormi, a ospedali allo stremo: non arrivano più solo anziani, ma persone di 50, 40 anni. Che per respirare hanno bisogno di un tubo in gola“.

La chiusura, ha proseguito Gallera, “potrebbe riguardare solo alcune aree o tutta la Lombardia, vedremo anche in base a relazione dei tecnici. Ma ha visto le immagini della metropolitana di Milano, strapiena? E quelle della montagnetta di San Siro con runners e ciclisti? Non è accettabile, si deve stare a casa”. “La gente che è in giro è troppa – ha concluso infine -. Lo abbiamo monitorato grazie alle celle telefoniche, il 40% dei lombardi si sposta ancora. Si spostano di quartiere in quartiere o da una provincia all’altra. Questo rafforza l’idea che servono misure più restrittive”.