Dal 14 aprile il governo ha disposto le prime riaperture, ma scoppia il caos a causa delle numerose ordinanze restrittive emanate a livello regionale. Mentre l’Italia si affaccia verso la ripresa e pianifica la fase due, però, il virologo Pregliasco avverte: “I luoghi di lavoro potrebbero diventare piccoli focolai“. Attenzione anche ai contagi familiari e all’interno della case di cura per anziani.
Coronavirus, luoghi di lavoro diventano focolai?
Secondo il virologo e docente universitario Fabrizio Pregliasco, “continua a rallentare la crescita dei nuovi contagi, ma siamo ancora lontani dal punto in cui si può mollare la presa”. Mentre si inizia a guardare con speranza alla fase due, occorre fare attenzione ai luoghi di lavoro, che potrebbero divenire nuovi focolai di contagio. “Occhio ai contatti intra-familiari – aggiunge il virologo -, quelli lavorativi, quelli nelle Rsa: bisognerà tenere alta la guardia”.
Non appena scatterà la fase due, ha detto ancora Pregliasco a Il Messaggero, dovremo dimostrare la nostra bravura. “Sarà in quel momento che dovremo dimostrare di essere bravi e di aver imparato dagli errori. Non appena verranno fuori dei focolai sarà fondamentale spegnerli subito, rintracciando ogni singolo caso positivo e i suoi contatti”.
Prima o poi bisogna ripartire, ricorda il professore, e il primo banco di prova saranno le librerie, le cartolerie e i negozi di abbigliamento per i bimbi. “Quello che farà scattare le scelte politiche relative alla fase 2 sarà il numero di ricoveri in terapia intensiva – ha concluso infine -. Più posti letto inizieranno a essere disponibili, maggiori garanzie di cure avranno i cittadini e, di conseguenza, si potrà pensare di allentare le misure restrittive”.