> > Coronavirus, Rezza: "Livelli di circolazione diversi a seconda delle Regioni"

Coronavirus, Rezza: "Livelli di circolazione diversi a seconda delle Regioni"

coronavirus circolazione

Il coronavirus presenta livelli di circolazione differenti sulla base delle diverse Regioni: in Lombardia, però, la curva presenta un decremento.

Nella conferenza stampa quotidiana di aggiornamento sul coronavirus, Giovanni Rezza ha messo in luce come la diffusione e la circolazione dell’infezione sia variabile. “I dati sull’epidemia – ha detto – raccontano la storia di un Paese con livelli di circolazione diversi a seconda delle Regioni”. In particolare, ha voluto sottolineare Rezza, la Lombardia – che è la Regione italiana più colpita – presenta una curva in decrescita. Per quanto riguarda, invece, le zone rosse, “torneranno ad essere una delle misure importanti quando non ci sarà più il lockdown del Paese”, ha aggiunto Rezza.

Rezza sulla circolazione del coronavirus

I dati degli ultimi bollettini dimostrano che la curva dei contagi da coronavirus è in decrescita, ma al contempo la circolazione è differente da Regione a Regione. Il lockdown, comunque, ha favorito il rallentamento della diffusione dell’infezione, soprattutto in Lombardia. “La curva mostra un decremento – descrive Rezza -, la stessa tendenza per Veneto ed Emilia-Romagna. Così pure le Marche, ma con numeri più limitati”. Brusaferro ha riconosciuto invece come vi sia “una forte reattività in tutto il Paese nell’andare a intercettare precocemente i focolai”.

Rezza ha voluto poi spostare l’attenzione sulle cosiddette zone rosse, che “torneranno ad essere una delle misure importanti quando non ci sarà più il lockdown del Paese”. “Il lockdown completo – ha anche aggiunto – ha abbattuto il numero di contagi. Ma quanto avvenuto mesi fa potrebbe accadere di nuovo se dovessimo abbassare la guardia”.

Rispetto ai contagi avvenuti nelle Rsa, risulta “difficile distinguere fra influenza e Covid-19“: secondo l’Osservatorio sulle Rsa, sono stati registrati fra i 6.000 e i 7.000 i decessi nelle strutture di ricovero per anziani a partire dal primo febbraio. Sintomi legati al Covid-19 sono stati individuati in oltre il 40% dei deceduti.