> > Coronavirus, probabile ondata di morti con aumento mobilità in Italia

Coronavirus, probabile ondata di morti con aumento mobilità in Italia

coronavirus-mobilità

Secondo uno studio inglese l'aumento della mobilità in Italia potrebbe provocare un'ondata di morti da coronavirus superiore a quella dei mesi scorsi.

Una ricerca effettuata dall’Imperial College di Londra ha avanzato l’ipotesi di una nuova ondata di morti per coronavirus in Italia a seguito dell’allentamento delle misure di lockdown e del conseguente aumento della mobilità. Stando infatti allo studio effettuato da Samir Bhatt, Ilaria Dorigatti, Michaela Vollmer e Seth Flaxman in diverse regioni del nostro Paese il numero dei decessi potrebbe superare quello raggiunto durante la prima fase del coronavirus, se non accompagnato da efficaci misure di tracciamento e distanziamento sociale.

Coronavirus, probabile nuova ondata di morti

Con il ritorno alla libera circolazione delle persone centinaia di cittadini italiani che fino a questo momento sono scampati al coronavirus potrebbero dunque venire contagiati, anche a causa del falso mito secondo cui nel nostro Paese sia ormai stata raggiunta un’elevata soglia di immunizzati. Un dato che viene smentito proprio dallo studio dell’Imperial College: “Nonostante l’alto numero di decessi, la percentuale della popolazione che è stata infettata dal Covid-19 è lontana dalla soglia dell’immunità di gregge in tutte le regioni italiane”.

LEGGI ANCHE: Fase 2, l’appello degli scienziati: tamponi di massa e libera circolazione

La ricerca inglese ha ipotizzato tre diversi scenari al fine di calcolare l’effettivo rischio per la popolazione italiana da qui alle prossime otto settimane: un primo scenario dove la mobilità rimane pressoché la stessa della quarantena, un secondo dove la mobilità raggiunge un valore corrispondente al 20% di quella pre-quarantena e un terzo dove invece raggiunte un valo del 40%.

Gli scenari analizzati dalla ricerca

Se nel primo scenario non vi sono differenze sostanziali nel numero dei morti, negli altri due la situazione appare ben diversa. Con un ritorno della mobilità a valori anche solo del 20% di quello pre-quarantena infatti lo studio prevede: “Un aumento dei decessi molto maggiore di quanto si sia verificato nell’attuale ondata, in diverse regioni”.

Secondo lo studio, per evitare che le prossime settimane assomiglino drammaticamente a quelle vissute nei mesi di marzo e aprile è necessario che le autorità attuino diverse misure: “L’adesione alle misure di distanziamento sociale raccomandate insieme ad una sorveglianza intensificata della trasmissione nella comunità con tamponi, il tracciamento dei contatti e l’isolamento tempestivo degli infetti sono di fondamentale importanza per ridurre il rischio di ripresa della trasmissione”.