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Fase 2, l'appello degli scienziati: tamponi di massa e libera circolazione

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Per evitare che i lavoratori perdano il loro posto occorre cambiare rotta: l'appello degli scienziati per la fase 2.

“Vietare a persone sane di circolare liberamente sul territorio nazionale, di lavorare o di intraprendere iniziative economiche è incostituzionale”. Questa è l’opinione di alcuni scienziati che all’inizio della fase 2 lanciano il loro appello: “Occorre cambiare rotta se non vogliamo che milioni di lavoratori perdano il posto”. Da Crisanti, Ricolfi e Valditara di Lettera 150 arriva una serie di richieste al governo per poter ripartire in modo efficace e sicuro.

Fase 2, l’appello degli scienziati

Il Corriere della Sera ha accolto l’appello degli scienziati al governo in vista della fase 2: “Se vogliamo che la imminente riapertura non sia effimera, se vogliamo evitare la chiusura di centinaia di migliaia di aziende, se vogliamo che milioni di lavoratori non perdano il posto di lavoro, occorre cambiare rotta”.

Andrea Crisanti, Luca Ricolfi e Giuseppe Valditara hanno esposto i loro punti fondamentali per la riapertura al governo. “Bisogna iniziare subito a fare tamponi di massa. È necessario, ed è possibile”. Non solo: tamponi di massa, ma anche libera circolazione delle persone e tracciamento degli spostamenti. Questi sono solo alcuni dei punti da tenere in considerazione per la ripartenza.

Le richieste

  1. Nelle Regioni italiane non è stato fatto un numero sufficiente di tamponi giornalieri per abitante.
  2. Il numero di tamponi giornalieri per abitante è inversamente correlato a quello dei morti (secondo un report a livello internazionale). Ciò significa che se si fanno più tamponi, potrebbero esserci meno morti.
  3. Ricorrere ai tamponi di massa.
  4. Uno studio fatto da Francesco Curcio dell’Università di Udine e Paolo Gasparini dell’Università di Trieste rivela che – con un’efficace organizzazione – si potrebbero processare già oggi 10.000 tamponi.
  5. Il costo per il processamento di un tampone si aggira attorno ai 15 euro (inclusi il costo del personale tecnico, le utenze, il costo di ammortamento della strumentazione).
  6. Molte imprese private, in diverse Regioni italiane, sono disposte a pagare una campagna di indagini molecolari per i propri dipendenti e finanziare laboratori che eseguano tamponi.
  7. Macchinari di ultima generazione arrivano a processare fino a 10.000 tamponi al giorno.
  8. Per eliminare la trasmissione del virus nei focolai epidemici, occorre effettuare un gran numero di tamponi (come è successo nel caso di Vo’ Euganeo).
  9. Una campagna di tamponamento può consentire di riprendersi pienamente la libertà di movimento, e di riunione, la libertà religiosa, la libertà di lavorare, e quella di iniziativa economica. Per tutto ciò, chiaramente, occorre che si osservi il distanziamento e si indossino obbligatoriamente le mascherine. Ma molti cittadini confinati in casa per quasi due mesi potrebbero trovare la propria libertà.
  10. Vietare a persone sane di circolare liberamente sul territorio nazionale, di lavorare o di intraprendere iniziative economiche è contrario ai principi costituzionali.
  11. Infine, senza l’effettuazione di tamponi di massa si avranno più morti, più danni alla salute, maggiori rischi di nuovi lockdown con conseguenze che andranno a ripercuotersi sulla nostra economia.