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Coronavirus, i biglietti ad un medico Rsa: "Basta lavorare, ci contagi"

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Biglietti anonimi ad un medico di una Rsa da parte di chi teme possa trasmettergli il coronavirus: è successo a Milano.

Un medico milanese impiegato in una Rsa ha ricevuto diversi biglietti dai vicini di casa che lo intimavano di non andare più a lavorare temendo che, già contagiato dal coronavirus, potesse contrarre di nuovo l’infezione e quindi trasmetterla loro.

Coronavirus: biglietti ricevuta da un medico Rsa

Qui abitano anziani, attento. Potresti prenderlo di nuovo, il Covid. Smettila di andare a lavorare“. Erano di questo tenore i messaggi ricevuti da un geriatra che ha raccontato quanto accadutogli in un’intervista al Corriere della Sera. Nel mese di marzo il virus ha fatto il suo ingresso nella residenza per anziani in cui lavora ed è rimasto contagiato. Trascorrendo un mese in isolamento domiciliare con la sua famiglia, ha infettato anche la moglie mentre i suoi figli non hanno mai presentato sintomi.

In quei momenti i vicini di casa si sono mostrati solidali con loro, portando anche la spesa a casa. Ma quando, dopo essersi negativizzato, è tornato al lavoro, a quel punto la loro solidarietà si è trasformata in disappunto. Sceso infatti con la moglie a fare una passeggiata, si è accorto che alla sua vista il vicinato “sia sgusciato via guardandoci con sospettoso distacco“. Nessuno ha chiesto loro come stiano e se si siano del tutto ripresi, anzi qualcuno ha lasciato nella cassetta della posta altri biglietti chiedendo di tenere a casa i bambini lontani dal cortile e dall’ascensore.

Di lì il suo sfogo: “Sappiamo meglio di chiunque altro le precauzioni da usare. Teniamo sempre guanti e mascherine, rimaniamo a distanza di sicurezza. Non intendo irridere le paure altrui ma voglio essere chiaro: sono timori irrazionali“. Ha infine ricordato che la paura dell’altro, se non governata, può rivelarsi pericolosa e sfociare in possibili discriminazioni che, specie in questo momento, non sono la soluzione.