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Silvia Romano, Latorre: "Conversione all'Islam? Senza sarebbe morta"

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Per Paolo Latorre senza la conversione all'Islam Silvia Romano sarebbe morta durante la prigionia.

Silvia Romano è stata finalmente liberata dopo ben 18 mesi di prigionia in Kenya, ma in Italia la notizia che più ha scatenato i commenti dell’opinione pubblica e della classe politica e la sua conversione all’Islam, avvenuta proprio durante il periodo della carcerazione. In molti hanno criticato la scelta della ragazza di tornare in Italia indossando il velo, scena definita addirittura da Matteo Salvini come uno spot per i terroristi. Su questo tema è intervenuto anche Paolo Latorre, missionario comboniano in Kenya che, in un’intervista rilasciata al Messaggero, ha detto: “Non sarebbe stato facile resistere senza convertirsi”. Per Latorre dunque la conversione sarebbe scaturita dalla necessità di sopravvivere: senza il cambiamento radicale, la ragazza sarebbe morta.

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Silvia Romano convertita all’Islam per sopravvivere

É lo stesso Latorre a sottolineare poi come nel paese africano esista una forte concentrazione islamica che, a suo dire, potrebbe anche aumentare a causa dell’emergenza economica scaturita dal coronavirus in quanto “è in queste sacche di disperazione e rabbia vanno a pescare gli Shabab”.

Grazie alla sua profonda conoscenza della situazione politica e sociale del Kenya, il missionario ha fornito un quadro molto dettagliato all’interno del quale operano queste organizzazioni terroristiche: “La radicalizzazione dell’Islam si concentra sulle coste. Esistono fondazioni attive che hanno tantissimo denaro, forse finanziate dai paesi del Golfo e poi ci sono gruppi che hanno il controllo del commercio. Sulla costa in passato sono state chiuse moschee che reclutavano e al cui interno sono stati ritrovati materiali e armi”.