> > Galli: "Contagiati? 10 volte i casi noti, ora usciranno di casa"

Galli: "Contagiati? 10 volte i casi noti, ora usciranno di casa"

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I cosiddetti asintomatici possono uscire di casa e per Galli, questa fase 2, rischia di diventare un grosso guaio.

Per il virologo Massimo Galli la fase 2 rischia di trasformarsi in un grosso guaio. L’esperto evidenzia come gli infetti siano dieci volte i casi noti e, con le disposizioni governative, adesso potranno uscire liberamente di casa. Il rischio, concreto, è quello di tornare a uno stato di lockdown come quello di marzo. Il direttore del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano denuncia: “Da un punto di vista strettamente tecnico e scientifico, sarebbe stato più prudente, prima dell’apri tutto, studiare bene gli effetti delle prime aperture del 4 maggio. Dal punto di vista della necessità di ripresa no. Le due cose andavano conciliate. La convivenza con questo virus sarà lunga, bisognava ripartire”.

Fase 2, l’allarme di Massimo Galli

Il virologo meneghino è molto preoccupato per la fase 2 iniziata lunedì 18 maggio. “Ci deve preoccupare il fatto che molte persone si siano chiuse in casa, l’8 marzo, con l’infezione. – spiega l’infettivologo – E l’hanno trasmessa in famiglia. Sappiamo che i positivi sono dieci volte tanto quelli trovati. Ora tutti usciranno di casa, senza avere una diagnosi definita e precisa”. Per Massimo Galli questo: “Potrebbe far aumentare il numero dei contagiati. Se ogni giorno vediamo molti casi in Lombardia è perché finalmente molte persone stanno ottenendo un tampone, non sono nuove infezioni, ma la coda di quello che non si è visto”.

E Massimo Galli enuncia casi specifici a lui ben noti: “Io ho ancora qualcuno che è positivo al tampone dal 28 febbraio, ci sono persone che hanno lunghissimi tempi di eliminazione del virus. Per questo bisogna fare molta attenzione”. Il virologo spiega, infine, come: “Non faccio previsioni su cosa potrà succedere in questi giorni: dico che negli ultimi giorni abbiamo avuto una pressione sugli ospedali bassissima e abbiamo ricoverato pochissimo. E questo è un segnale importante. Deve però essere chiara una cosa: non sarà facile riaprire con una epidemia ancora in corso”.