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Cacciata dal bar ad Albenga: "Mi hanno umiliata perché ho avuto il virus"

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"Mi hanno umiliata davanti a tutti": è il racconto di un'operatrice socio sanitaria di una Rsa cacciata da un bar perché ha avuto il coronavirus.

Dopo il caso dell’infermiera allontanata dal supermercato, da Albenga arriva la notizia di un’operatrice socio sanitaria cacciata dal bar perché a marzo aveva contratto il coronavirus. Nonostante il lungo periodo di isolamento e la completa guarigione, la donna pare non sia stata ben accolta dai gestori del locale. Dopo le difficoltà della malattia, Antonella torna a vivere un momento di sconforto.

Cacciata dal bar perché ha avuto il coronavirus

Sono stati giorni difficili per Antonella Luciano Marino, operatrice socio sanitaria in una Rsa di Andora, in Liguria. L’emergenza coronavirus sembra si stia allentando e forse anche nella casa di riposo in cui lavora comincia a tornare il sereno. Sono state settimane all’insegna della fatica e dello sconforto. Il virus si propagava a dismisura e in tempi rapidissimi, soprattutto tra gli anziani. Finalmente Antonella può riprendere fiato e svagarsi concedendosi un caffè o una passeggiata.

È proprio quello che stava facendo quando è stata ammonita dai gestori di un bar e cacciata dal locale. Il motivo? A marzo aveva contratto il Covid-19. A lungo è rimasta isolata e il lockdown ha prolungato la sua permanenza in casa. I due tamponi negativi, infine, hanno messo un punto alla malattia. La donna si è sentita trattata come un’appestata, guardata con diffidenza e umiliata.

A La Stampa, lei stessa ha raccontato con amarezza: “Sono stata cacciata in malo modo e umiliata davanti a tutti i presenti. Dopo 75 giorni trascorsi chiusa in casa, osservando ogni prescrizione in modo responsabile, il ritorno alla normalità è stato veramente triste.