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Scuola, centinaia di docenti in Veneto chiedono di non rientrare

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In Veneto centinaia di docenti “a rischio” chiedono di essere esonerati. Si tratta di un problema importante che metterebbe le scuole in difficoltà.

Mancano poco meno di tre settimane dall’inizio delle scuole eppure in vista dell’apertura ufficiale il prossimo 14 settembre dopo tanti mesi, ci sono ancora tanti aspetti da sistemare. In primis il problema del trasporto scolastico e del distanziamento sociale in questi giorni sui tavoli di tantissime regioni italiane come ad esempio la Campania. In Veneto si stanno trovando ad affrontare un altro problema non da poco che potrebbe mettere in seria difficoltà le scuole della regione. Centinaia di docenti “a rischio” delle scuole del Veneto hanno chiesto di essere esonerati e di non rientrare a settembre.

Si tratta di tutti quei docenti e quegli amministrativi che sono fragili di salute. Chi soffriva di malattia autoimmune, chi aveva un tumore e si stava sottoponendo ad un ciclo di Chemioterapia. A centinaia sono coloro che non ritorneranno a causa della Covid a insegnare.

Molti docenti non rientreranno a scuola

Chi ha un tumore, chi è già avanti con gli anni, chi soffre di una malattia auto immune, tante sono le docenti che prima della pandemia andavano a scuola ogni mattina pur nella loro difficoltà e nella loro fragilità.

Ora l’arrivo di una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero e ha complicato non poco le cose e tanti docenti in Veneto chiederanno per motivi di salute di non rientrare. Un problema non da poco se si pensa che le scuole Venete e non solo avranno urgente bisogno di personale.

Zaia: “Siamo in alto mare”

In seguito al recente incontro avvenuto tra governo e regioni, il governatore della regione Veneto Luca Zaia non ha esitato ad attaccare parlando della grossa difficoltà di trovare un vero e proprio punto di equilibrio a poche settimane dall’inizio delle scuole. “Siamo ancora in alto mare, bisogna trovare un punto di equilibrio dettato da ragionevolezza e buon senso, cosa che in questo momento a livello nazionale non c’è. Come Regioni abbiamo fatto e stiamo facendo la nostra parte con grande senso istituzionale, ma il tempo stringe e si fa fatica a immaginare come il Governo possa fare in pochi giorni ciò che andava ragionato e organizzato già dagli scorsi mesi”