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Orsa Jj4, il Consiglio di Stato sospende l'ordinanza di cattura

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Il Consiglio di Stato ha nuovamente sospeso l'ordinanza di cattura emessa dalla provincia di Trento per la cattura e la reclusione dell'orsa Jj4.

Nella giornata del 12 ottobre il Consiglio di Stato ha sospeso l’ordinanza che imponeva la cattura e la reclusione dell’orsa Jj4, responsabile di un aggressione ai danni di due escursionisti avvenuta questa estate sul Monte Peller. La sentenza arriva dopo che le associazioni animaliste Enpa e Oipa avevano già fatto ricorso al Tar contro la decisione della provincia autonoma di Trento. Ricorso che tuttavia era stato respinto dopo una prima sospensiva cautelare.

Orsa Jj4, sospesa ordinanza di cattura

La sospensione decisa dal Consiglio di Stato rimane però anche in questo caso in via temporanea, in attesa della discussione collegiale cautelare che è stata fissata per il prossimo 19 novembre.

Dall’altra parte continua la battaglia delle associazioni animaliste, che nei giorni scorsi hanno rivolto un appello direttamente al presidente della provincia autonoma Maurizio Fugatti: “Auspichiamo che, dato che siamo alla vigilia della stagione del letargo e che Jj4 è una mamma di tre cuccioli ancora dipendenti, considerando, inoltre, come da report dei Carabinieri Forestali e Ispra inviati dal Ministero dell’Ambiente, l’inidoneità del Casteller a ospitare i plantigradi, il presidente Fugatti voglia comunque manifestare clemenza nei confronti dell’orsa e dei piccoli“.

Sulla pratica di cattura degli orsi in Trentino le associazioni hanno inoltre aggiunto: “La soluzione incruenta per “alleggerire” Trento e il Trentino dalla popolazione dei grandi carnivori c’è ed è la creazione di corridoi faunistici che consentano agli animali di spostarsi e colonizzare altri territori. Siamo convinti, inoltre, che sin da ora la convivenza tra orsi e la popolazione residente è possibile: occorrerebbero adeguate e continue campagne d’istruzione e comunicazione, l’installazione massiva di bidoni anti-orso e la messa in campo d’interventi a protezione delle greggi e degli animali delle fattorie tramite dissuasori, reti, recinti. Questi ultimi, tra l’altro, costano meno dei risarcimenti chiesti dagli allevatori.