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Covid in Piemonte: "No a medici extra Unione europea"

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La denuncia degli avvocati di Asgi: "Illegittimo escludere dai concorsi medici e infermieri stranieri"

L’emergenza Covid continua a farsi sentire anche in Piemonte, il quale, come molte altre Regioni, non ha abbastanza medici e infermieri per affrontare l’emergenza. Tuttavia la giunta ha deciso Cirio di escludere gli extracomunitari dai bandi. Una decisione finita mirino di Asgi, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. “Pensiamo sia illegittimo escludere centinaia di medici e infermieri stranieri dai concorsi in tempo di pandemia – hanno fatto sapere dall’Associazione -. È inspiegabile, c’è carenza di personale sanitario. Si applichi la norma che prevede l’assunzione anche di coloro che hanno un regolare permesso di soggiorno”.

Covid Piemonte: “No a medici extra Ue”

“Da settimane le autorità sanitarie denunciano la carenza di medici e infermieri che sarebbe necessario assumere per rispondere all’emergenza Covid. Non ultime le dichiarazioni dell’assessore della regione Lombardia, Giulio Gallera, e del presidente della commissione regionale Sanità del Piemonte, Alessandro Stecco, che hanno chiesto aiuto alle ONG, agli specializzandi e ai medici in pensione. Eppure da marzo 2020 grazie all’art. 13 del “Decreto Cura Italia alle dipendenze della pubblica amministrazione per l’esercizio di professioni sanitarie e per la qualifica di operatore socio-sanitario tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea, titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare, fermo ogni altro limite di legge”.

“Inspiegabilmente – proseguano dall’Asgi – le amministrazioni di Ospedali e Azienda sanitarie stanno completamente ignorando questa disposizione e continuano a bandire concorsi che, quanto ai medici, richiedono il requisito della ‘cittadinanza italiana o di paesi dell’Unione Europea. Tutto questo accade a Bergamo, a Civitavecchia, a Matera, mentre in Piemonte sono stati addirittura esclusi tutti i cittadini extracomunitari in violazione della legge vigente”.

Infine: “Occorre porre mano rapidamente alla materia e darle un nuovo assetto, che tenga conto del contributo che i sanitari stranieri possono dare nell’emergenza, ma anche del dovere della pubblica amministrazione di garantire – nell’interesse della collettività – l’accesso ai posti di lavoro ai più capaci e meritevoli, senza distinzioni di cittadinanza”.