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Covid, Primario di Pavia: "Ci sentiamo soli, c'è ostilità"

Covid Primario di Pavia

Il Primario di Pavia sulla situazione covid: "In primavera eravamo eroi, oggi siamo sotto attacco".

L’emergenza coronavirus mette sotto grande pressione gli ospedali italiani, con medici e infermieri sempre più sotto stress e costretti a turni di lavoro davvero estenuanti. Una situazione che purtroppo va a vanti da mesi, da quando lo scorso febbraio il primo caso accertato covid in Italia, quello di Mattia di Codogno era stato trattato nel Policlinico San Matteo di Pavia. Il primario del nosocomio, Raffaele Bruno, è stato intervistato dal Corriere e ha detto la sua su come sia cambiata la percezione della pandemia: “Ci sentiamo più soli e avvertiamo crescere l’ostilità attorno a noi. La solidarietà dei mesi di marzo e aprile è svanita proprio adesso, proprio quando avremmo più bisogno di tranquillità”.

Covid, le parole del Primario di Pavia

“All’inizio mancava la conoscenza del virus – aggiunge Bruno – e c’era l’adrenalina che spingeva ad aiutarsi reciprocamente. Adesso sappiamo meglio che cosa aspettarci, ma in un arco temporale indefinito. Non si vede un orizzonte vicino e questo genera esasperazione. La primavera è lontana, ma la bella notizia è che c’è un vaccino. Speriamo sia fondata. Non si era mai visto produrne uno in tempi così brevi”.

Stanchezza, frustrazione e speranza dunque nelle parole del medico lombardo, alternate tra loro come se si trattasse di un modo ondoso: “Siamo in una situazione straordinaria e, in un mare in tempesta ci si aggrappa anche a una barchetta. Inoltre questo non è un vaccino classico, funziona secondo una nuova tecnica”. Lo stesso primario del Policlinico di Pavia ha poi fatto un punto sulla situazione attuale nei reparti del suo ospedale e ha affermato che ci sono ricoverate persone di tutte le età: “adesso molto più eterogenea che all’inizio. Vedo date di nascita comprese tra il 1952 e il 1986”.