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Coronavirus, Richeldi: "I pazienti meno gravi non vadano in ospedale"

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Luca Richeldi, pneumologo e membro del Cts, raccomanda ai pazienti meno gravi di restare a casa ed evitare gli ospedali.

Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico, Cts, ha fatto il punto sullo stato d’emergenza coronavirus in Italia in un’intervista a Corriere della Sera. Nello specifico il professore ha parlato degli ospedali e della loro estrema difficoltà a gestire la grande mole di lavoro di questi ultimi mesi, con pazienti che spesso potrebbero e dovrebbero essere curati a casa. “Il problema – ha detto Richeldi – non sono più solo le terapie intensive ma il grande numero di pazienti che, spontaneamente o su consiglio del medico curante, arrivano al pronto soccorso con sintomi. Sono spaventati, spesso è difficile rimandarli a casa e vanno ricoverati. Credo che il fenomeno riguardi almeno un terzo di quelli che entrano in ospedale”.

Coronavirus, Richeldi e i pazienti in ospedale

Per Richeldi le persone con sintomi non gravi dovrebbero restare a casa senza andare ad appesantire i nosocomi. “Ogni famiglia – aggiunge il membro del Cts – dovrebbe avere in casa uno strumento indispensabile quanto il termometro, cioè il saturimetro, che serve a misurare il valore dell’ossigenazione nel sangue. Con valori sopra il 92% – precisa Richeldi – si può ragionevolmente escludere la polmonite. In questo caso la malattia può essere gestita a domicilio. La misurazione va effettuata più volte al giorno. La società italiana di pneumologia sta avviando una campagna di donazione. Verranno distribuiti attraverso la rete delle farmacie 40.000 saturimetri. Credo che meno del 10% delle famiglie ne possiedano uno”.

Il pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma ha poi detto la sua anche sulla tensione registrata nelle ultime ore tra Stato e Regioni, con il sospetto che quest’ultime possano aver modificato i dati forniti al governo per provare a preservare il proprio status di territorio a basso rischio ed evitare dunque il lockdown. Per Richeldi si tratterebbe solo di una fuorviante supposizione, priva di fondamento: “Non ci sarebbe motivo di inviare numeri diversi dalla realtà. Le misure di contenimento che poi vengono indicate non sono punitive, ma difensive per cui attuarle deve essere interesse comune.Chiusure più pesanti e generalizzate non sarebbero sostenibili nel tempo. Ci attendono altri mesi difficili perché l’epidemia influenzale è in arrivo e si sovrapporrà al Covid-19. Solo restando a casa e limitandoci a spostamenti necessari si impedisce al virus di circolare. Le epidemie – conclude il pneumologo – si diffondono rapidamente e si estinguono molto lentamente. Prepariamoci a una maratona”.