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Uomo si reca in ospedale e muore: auto piena di multe

Giuseppe Mosconi

Un uomo di 68 anni si reca in ospedale per un malore e muore: l’auto, lasciata a parcheggio, è stata sommersa di multe.

Piacenza, un uomo si reca in ospedale e muore: sulla macchina lasciata a parcheggio, una sfilza di multe abbandonate sul tergicristallo.

Auto piena di multe: il proprietario è deceduto

In prossimità dell’ospedale di Piacenza, secondo i dati stampati sul biglietto del parchimetro, è stata parcheggiata un’automobile in data 14 settembre. Da allora, l’auto non si è mai mossa e, di conseguenza, ha collezionato un numero considerevole di multe, incastrate tra i tergicristalli.

Sul parabrezza della vettura, tuttavia, oltre le multe, sono stati affissi anche due cartelli scritti a mano. Il primo cartello riporta il seguente messaggio: «Il signor Mosconi, proprietario della vettura, è ricoverato in medicina d’urgenza». Il secondo cartello, invece, posizionato accanto al primo e corredato di foto, comunica la notizia: «Il signor Mosconi è deceduto».

La vicenda riguarda una storia di «ordinaria solitudine» con protagonista Giuseppe Mosconi, pensionato di 68 anni residente in provincia di Lodi, morto il 16 ottobre dopo essere stato ricoverato presso la struttura sanitaria di Piacenza per circa un mese.

La storia di Giuseppe Mosconi

Il 14 settembre, Giuseppe Mosconi aveva avvertito un malore in seguito al quale aveva lasciato Fombio (Lodi) da solo, per recarsi con la sua auto presso il nosocomio di Piacenza. L’uomo, morto dopo un mese, ha lasciato la sua Mercedes grigia parcheggiata in uno degli spazi a pagamento nelle vicinanze dell’edificio, ricevendo svariate multe nonostante i cartelli affissi.

A questo proposito, il fratello di Giuseppe Mosconi ha dichiarato: «A settembre era corso in ospedale a Piacenza da solo, aveva qualche problema di salute. I medici mi hanno chiamato, ma non ho potuto andare a visitarlo per colpa dell’emergenza Covid. Dopo la sua morte, l’auto è rimasta nel posteggio».

L’uomo, inoltre, ha affermato di non essere in grado di indicare chi possa aver scritto i messaggi sull’auto poiché non era più in contatto con il fratello Giuseppe da molto tempo.