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Vaccino anti-Covid, il piano di distribuzione: prima ospedali e Rsa

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Il siero Pfizer sarà iniettato "a 1,7 milioni di persone a fine gennaio". Domenico Arcuri scrive alle Regioni per stabilire il piano di distribuzione.

I risultati finali della terza fase della sperimentazione del vaccino Pfizer mostrano un’efficacia del 95%. Si è detto soddisfatto della notizia il commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, che ospite a Porta a Porta ha parlato di “prime dosi vaccino in arrivo a fine gennaio”. Nel documento inviato ai governatori di Regione, Arcuri ha scritto: “Appare prioritario salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus”. Così il vaccino anti-Covid seguirà un piano di distribuzione: prima ospedali e Rsa, poi sarà esteso su larga scala in ordine di fragilità. Le persone più deboli o più esposte a rischi, naturalmente, avranno la priorità.

Vaccino anti-covid: il piano di distribuzione

Mentre gli ultimi sondaggi attestano una certa indecisione degli italiani, tra i quali il 16% non effettuerà il vaccino anti-Covid e quasi uno su due aspetterà di valutarne l’efficacia, il governo si prepara a garantirne la diffusione su larga scala. Il commissario Domenico Arcuri ha scritto un documento indirizzato ai governatori di Regione, nel quale si legge: “Appare prioritario salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus, quali a titolo esemplificativo gli ospedali e i presidi residenziali per anziani. A tal fine si potrebbe prevedere in questa prima fase di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani”.

Nel documento, inviato anche ai ministri della Salute e degli Affari Regionali, si aggiunge: “Per gli altri vaccini in arrivo, destinati invece a tutte le altre categorie di cittadini, saranno previste modalità differenti di somministrazione, in linea con l’ordinaria gestione vaccinale attraverso una campagna su larga scala”. Ci si servirà di “drive-through, a partire da persone con un elevato livello di fragilità”.

Vaccino, quando arriva e come conservarlo

Alle Regioni, inoltre, viene chiesto di inviare entro il 23 novembre, la tabella con numero e denominazione di ospedali e Rsa. Per ogni struttura dovrà anche essere indicato il numero del personale sanitario e non. Stando a quanto scritto da Arcuri, si comincerà con la somministrazione di 3,4 milioni di dosi per i primi 1,7 milioni di italiani, confermando che il vaccino Pfizer arriverà “a fine gennaio”.

Nel documento si precisa che gli ospedali “dovranno essere in condizione di vaccinare almeno 2.000 persone (o più persone ma con multipli di 1.000) in 15 giorni. Inoltre, dovranno essere muniti di congelatori con temperature fino a -75 gradi, così di garantire la conservazione del vaccino. A tal proposito, si fa sapere: le caratteristiche di conservazione del vaccino “prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore”. Ma anche “per sei mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura di -75 0 C±15 0 C”.

La consegna, invece, prevede “che il vaccino sia esclusivamente consegnato dal fornitore direttamente ad ogni punto di somministrazione (in apposite borse di conservazione contenenti, al massimo, 5 scatole da 975 dosi ciascuna)”. In questo modo si vuole “garantire la sua integrità”.