La pandemia sta mettendo in ginocchio il nostro Paese ormai da mesi. Mesi in cui le Residenze sanitarie assistenziali (meglio note come Rsa), sono state blindate, per evitare il contagio -talvolta avvenuto- tra i gli ospiti. In Emilia-Romagna ancora oggi è impossibile per un parente poter visitare i propri cari nelle Rsa: dopo due mesi le visite sono ancora bloccate ovunque, e le videochiamate spesso impossibili.
Anziani soli nelle Rsa emiliane
“Non vedo mia madre da marzo“. A parlare è Sara Garagnani illustratrice 44enne. Lei da quando l’emergenza sanitaria è iniziata non ha potuto più vedere sua madre, chiusa in una Rsa. Come lei, decine, centinaia di persone non hanno più visto i loro cari, “intrappolati” nelle strutture sanitarie, le stesse strutture che, talvolta, diventano focolai pericolosi. Così Sara Garagnani ha lanciato un appello, il secondo, su Facebook: una lettera aperta (dopo quella di ottobre) indirizzata alla Regione Emilia-Romagna, al Comune di Bologna e alle direzioni sanitarie e alle Asp che gestiscono le strutture per pazienti anziani con celebrolesioni. “Non lo chiedo per me, mia madre è cerebrolesa e in qualche misura l’ho già persa, ma il fatto che stia lì dentro viva e abbandonata non lo posso accettare -dice la 44enne-. Senza stimolazione esterna non so come stia, le volte in cui ho contatti con lei spesso non spiccica parola, nelle videochiamate è confusa”. Proprio nella lettera si cita una frase della circolare del ministero della Salute del 30 novembre: “Devono essere assicurate le visite dei parenti e dei volontari per evitare le conseguenze di un troppo severo isolamento sulla salute degli ospiti”. Visite che sono ancora negate alla sig.ra Garagnani, come a molti altri.
Emilia Romagna: situazione Rsa bloccata
Dalla Regione Emilia arriva una conferma: la situazione è bloccata. I tamponi rapidi da effettuare agli ospiti per consentire visite in sicurezza per ora sono riservati solo al personale. “L’ufficio di igiene ci ha detto di utilizzare i tamponi rapidi per gli operatori sanitari e non per fare accedere i parenti -commenta Gianluigi Pirazzoli, presidente regionale dell’Associazione Nazionale Strutture Terza Età -. Abbiamo letto la circolare di Speranza, ma qui in Emilia l’ufficio di igiene ci ha dato indicazioni diverse“. Anche Anna Cocchi, amministratore unico dell’Asp Seneca dell’Unione Terre d’Acqua, conferma: “Abbiamo una grande richiesta da parte dei famigliari, ma purtroppo i tamponi per loro non li abbiamo ancora“. L’unica novità arriva dalla residenza di Lercaro, dove è stato installato un pannello dedicato alle strette di mano: così i parenti potranno toccare i proprio cari da dietro un plexiglass, infilando le mani in dei buchi con delle manopole monouso. Ma serve di più, perché l’inverno è ancora lungo. “La situazione sta diventando imbarazzante -commenta Fulvio De Nigris, fondatore della Casa dei risvegli-. La pandemia potrebbe andare avanti molto e non si può pensare che questa situazione rimanga inalterata“.