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Ricciardi: "Zona rossa fino al 15 gennaio, no a riapertura delle scuole"

Ricciardi

Secondo Ricciardi sarebbe opportuno prolungare la zona rossa in tutta Italia fino al 15 gennaio e non riaprire subito le scuole.

Il consulente del Ministero della Salue Walter Ricciardi resta sulla sua linea rigorista e ritiene che l’Italia debba rimanere in zona rossa fino al 15 gennaio e che non ci siano le condizioni per riaprire le scuole nella prima settimana dell’anno.

Ricciardi: “Zona rossa fino al 15 gennaio”

Nell’attesa che la campagna vaccinale prenda avvio, secondo l’esperto non si ha alternativa rispetto al continuare con distanziamento e mascherine. L’unico modo per proteggere la popolazione, ha spiegato in un’intervista a La Stampa, è infatti quello di mantenere le stesse regole. Per abbassare davvero la curva dei contagi servirebbe poi “istituire lockdown lunghi e nazionali“. A tal proposito ha ritenuto doveroso prolungare la zona rossa almeno fino a metà gennaio: “Se dal 7, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica“.

Secondo lui non si dovrebbero nemmeno riprendere le lezioni in presenza, cosa che si può fare solo con una circolazione del virus ma non con quella attuale. Non tanto per le scuole, che sono ambienti sicuri, quanto per tutto ciò che c’è all’esterno a partire dai trasporti. “Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane“, ha sottolineato. Il ministro Speranza ha comunque già firmato l’ordinanza con cui dà il via libera al rientro in classe al 50% della popolazione studentesca delle superiori.

Ricciardi sui vaccini

Ricciardi è poi passato a concentrarsi sugli antidoti anti Covid, dicendosi non preoccupato per il rischio di ritardi nelle forniture. Questo perché “abbiamo la certezza di poter contare su due vaccini molto innovativi, quelli di Pfizer e Moderna, che sono arrivati presto e che saranno comunque prodotti e distribuiti in quantità maggiore rispetto alle previsioni iniziali“.

I primi risultati concreti della campagna vaccinale, ha continuato, potranno essere visti già prima dell’estate se si riuscisse a vaccinare le categorie più fragili. In tal modo diminuirebbero ricoveri e decessi e si alleggerirebbe il sistema sanitario. Quanto invece ai risultati sul fronte dei contagi, dunque una diminuzione della circolazione del virus, bisognerà aspettare la fine dell’anno.