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Spray israeliano anti-Covid inibisce il virus e danneggia proteina spike

spray israeliano anti-Covid

Per Giovanni Maga, direttore dell’istituto di genetica molecolare del CNR, lo spray anti-Covid inibisce il virus, diminuendo i rischi di contagio.

Mentre l’Europa fa rifornimento del vaccino contro il coronavirus, siglando un contratto per ricevere altre 300 dosi di quello Pfizer-BionNTech, il direttore dell’istituto di genetica molecolare del CNR fa sapere che anche lo spray israeliano anti-Covid è efficace contro la malattia.

Lo spray israeliano anti-Covid

Lo spray anti-Covid, denominato Taffix, è un farmaco da inalare, non molto diverso da quelli usati abitualmente per combattere congestioni nasali durante le fasi acute del raffreddore. Secondo Giovanni Maga, direttore dell’istituto di genetica molecolare del CNR, lo spray è efficace. Assumerlo non significa guarire o non essere infettati, ma sarebbe una precauzione in più contro il Covid-19. “In linea di principio lo spray nasale israeliano è composto da una formulazione di per sé piuttosto semplice. È a base di un principio attivo utilizzato in colliri o altri preparati medicali, e acido citrico, contenuto nel succo di limone. Sebbene non vi siano studi ampi e randomizzati per valutare la sua efficacia, in base allo stato attuale delle conoscenze il presidio potrebbe essere valido, ha spiegato Maga.

Naturalmente, è bene precisarlo, il Taffix non è un vaccino né può sostituire la sua efficacia. Lo spray israeliano è solo una precauzione in più. “L’ipromellosa forma una pellicola di gel che rappresenta una barriera fisica all’ingresso del virus e simula quello che succede con il raffreddore, ispessendo il muco, una difesa primaria dell’organismo. Questa sostanza si usa già in diversi presidi come mezzo per veicolare il principio attivo, perché prolunga l’effetto di rilascio del farmaco e rende le sostanze efficaci nel tempo”. Così fa sapere il direttore dell’Istituto.

Lo spray è utile a diminuire il rischio di contagio. Il farmaco, infatti, crea un ambiente inadatto al virus. “L’acidificazione dell’ambiente inibisce il virus, danneggiando e denaturando la proteina spike”. Poi ha precisato:Finora non sembrano esserci effetti collaterali. Gli autori di questo studio sostengono quindi che il presidio, a base di composti noti o naturali, possa essere un buon ausilio per evitare il contagio. Ma sottolineano anche che non deve assolutamente sostituire le misure di contenimento della pandemia già in atto. Cioè l’uso della mascherina, il distanziamento, la sanificazione. Ma anche la corretta igiene delle mani”, che restano le norme più importanti da seguire per arginare i rischi di contagio.