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Infermiera killer: confermata la condanna a 30 anni per Laura Taroni

Confermata la condanna per Laura Taroni

Dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 30 anni in abbreviato, la sentenza è arrivata nel processo di secondo grado.

La condanna a 30 anni di reclusione per Laura Taroni è ufficiale: la Corte d’Assise d’appello di Milano lo ha confermato. L’ex infermiera dell’ospedale di Saronno, in provincia di Varese, è stata incolpata per aver somministrato cocktail di farmaci letali a suo marito nel 2013 e succesivamente anche a sua madre nel 2014. La sentenza è arrivata nel processo di secondo grado “bis” dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 30 anni in abbreviato.

Infermiera killer: confermata la condanna a 30 anni

Secondo l’accusa, l’infermiera avrebbe commesso gli omicidi con l’ex vice primario Leonardo Cazzaniga, condannato all’ergastolo in primo grado per la morte di 12 pazienti. La Corte, presieduta da Valeria De Risi, c’è da dire che ha cancellato una delle tre aggravanti contestate alla Taroni, ossia quella secondo la quale la donna vrebbe premiditato l’omicidio della madre. Tuttavia, ha mantenuto la pena di 30 anni.

Assolto, invece, Claudio Borgio, l’infermiere che faceva parte della commissione che avrebbe dovuto vigilare sull’operato di Leonardo Cazzaniga e che era stato condannato al pagamento di 440 euro per omessa denuncia: la sentenza afferma che “il fatto non sussiste“. 

I giudici hanno, inoltre, deciso il “non doversi procedere” per prescrizione per Daniele Sironi, il medico che era imputato di falso perché accusato di avere stilato referti di false malattie di Massimo Guerra, il marito di Taroni. La Corte ha anche dichiarato che l’ex infermiera non avrà alcun diritto sull’eredità della madre ormai morta.

La posizione dei rispettivi legali sulla condanna 

In merito alla vicenda si è espresso il legale di Taroni, Monica Alberti, che afferma di essere delusa e ha annunciato un ricorso in Cassazione. “Mi aspettavo che venisse presa in considerazione la personalità di Taroni, sono delusa perché non sono state recepite le indicazioni della Cassazione“.  Inoltre, si è detta curiosa di leggere le motivazioni per le quali la Corte ha cancellato una delle tre aggravanti contestate alla donna, sebbene poi sia stata comunque confermata la pena. 

Dall’altra parte, invece, il legale della famiglia di Massimo Guerra, Luisa Scarrone, è soddisfatta della sentenza, che ritiene essere giusta. “Siamo soddisfatti per la conferma della condanna, è stato un percorso delicato e complesso, la vicenda umana ovviamente non finisce e la ferita non si rimarginerà“. Il legale ha anche spiegato che la “battaglia sul fronte civile per il risarcimento” ci sarà nel processo a carico di Cazzaniga. In questo processo, infatti, “l’ospedale è responsabile civile”, mentre nel procedimento a carico di Taroni, ha aggiunto l’avvocato, “il risarcimento ci è stato negato”.