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AstraZeneca, l'Ad: "Entro giugno l'Italia avrà le dosi promesse"

Ad AstraZeneca dosi Italia

"L'Italia avrà entro giugno le dosi di vaccino che le spettano per contratto", cosi l'Ad di AstraZeneca.

Non c’era stato neanche il tempo di esultare per l’ampliamento della fascia d’età per la somministrazione del vaccino AstraZeneca da 55 fino a 65 anni, che subito era arrivata la notizia che l’azienda non sarebbe riuscita a garantire le forniture previste nel secondo semestre, arrivando addirittura a dimezzare le proprie consegne. Tutto questo solo pochi giorni fa, nel consueto inseguirsi di notizie e smentite che rendono complicato per i Paesi redigere un proprio piano vaccinale affidabile. A smentire il ritardo è stato Lorenzo Wittum, presidente e amministratore delegato di AstraZeneca Italia che al Corriere della Sera ha affermato che l’azienda riuscirà a consegnare “all’Europa 180 milioni di dosi nel secondo trimestre dell’anno, di cui 20 milioni all’Italia”.

Ad di AstraZeneca: “L’Italia avrà le dosi”

Wittum non solo smentisce i rallentamenti, ma rilancia e afferma che entro la fine di marzo in Italia arriveranno 5 milioni di dosi AstraZeneca, ovvero 1,6 milioni in più rispetto ai 3,4 previsti. Il totale entro giugno farebbe 25 milioni di sieri all’Italia, con tutto ciò che conseguirebbe in termini di vaccinazione di massa. È sempre l’ad di AstraZeneca Italia ha dire che i ritardi che un po’ tutte le aziende stanno avendo siano legati al complicato processo produttivo dei vaccini: Una produzione di tipo biologico è complessa, richiede il rispetto di tempi e passaggi precisi. Le cellule virali vengono tenute per tre settimane in bioreattori perché si possano replicare: una volta terminato il processo, da un litro di materiale si ottengono 3-4 mila dosi”. “In teoria – ha aggiunto – la nostra capacità produttiva è di 50 milioni di dosi al mese, ma ci possono essere rallentamenti, come si è visto nei mesi scorsi. Ogni lotto viene sottoposto a un centinaio di test di qualità, basta un ritardo su un solo test per allungare i tempi”.

L’efficacia del vaccino AstraZeneca

In merita all’efficacia del vaccino AstraZeneca, l’ad sottolinea che “gli studi clinici randomizzati pubblicati a dicembre su The Lancet hanno mostrato un efficacia del 62% sulla popolazione generale. Il 40% dei partecipanti aveva ricevuto la seconda dose a più di 8 settimane dalla prima e questo ha permesso di capire che l’intervallo tra le dosi ha effetti rilevanti. Secondo gli ultimi dati, somministrando la seconda dose a 12 settimane di distanza dalla prima, l’efficacia sale all’82%. Nello stesso studio clinico si è osservato un dato estremamente soddisfacente che indica come la protezione dalla malattia grave e dal rischio di ospedalizzazione arrivi al 100% già dopo la prima dose”. E poi sugli effetti collaterali: “Nello studio clinico solo l’8% dei vaccinati ha avuto febbre. Seguiamo con attenzione i dati della farmacovigilanza sulla popolazione generale vaccinata: finora non ci sono segnalazioni degne di nota”.

L’efficacia sulle varianti e i Nas

Grande attenzione è posta poi sulla reale capacità protettiva dei vaccini fin qui approvati contro le varianti. Sul tema l’ad di AstraZeneca Italia rassicura dicendo che l’azienda sta continuando con la ricerca e valutando la possibilità di una terza dose o di un rafforzamento del siero attuale. “Sulle altre varianti – ha aggiunto – purtroppo non possiamo ancora dire molto, ma stiamo ragionando sulle possibili soluzioni”.