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L’8 marzo è la Festa dell’Ipocrisia

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Il Papa, nella sua omelia, dice parole che accudiscono e coccolano tutti noi, ma se c'è una società maschilista questa è proprio la Città del Vaticano

Buon 8 marzo. Questa dovrebbe essere la festa della donna, ma in realtà è la festa dell’ipocrisia. Ognuno dice la sua sventolando una bandiera di diritti come se questi non dovessero essere già naturali, connaturati, sedimentati nelle coscienze. Ma così purtroppo non è.

Ho riascoltato le parole di un’omelia di Papa Francesco nella quale il pontefice dice che la donna è armonia, che il suo compito non è lavare i piatti ma dare poesia e bellezza alla vita. La donna, continua, è stata creata da Dio perché sia madre di tutti.

Ma se c’è una società maschilista e assolutamente incentrata sull’uomo, questa è proprio la Città del Vaticano, una monarchia assoluta dove le donne sono figure marginali. Le suore lavano le mutande e i piatti ai vecchi porporati e, più in generale, la donna nella storia della Chiesa non ha mai ricoperto un ruolo di rilievo. Non ci sono donne che hanno potere nello Stato Pontificio. I cardinali e i vescovi detengono strettamente il comando e tutta la struttura di potere è formata da uomini.

Il Papa, nella sua omelia, dice parole che accudiscono e coccolano tutti noi, ma qualche passo (vero) nel suo mondo andrebbe ancora fatto.