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Vaccini in Lombardia, ritardi nelle somministrazioni agli over 80

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Un'organizzazione che penalizza tutti gli anziani che, volendosi sottoporre al vaccino, si vedono spesso costretti a rinunciarvi.

Ritardi e disorganizzazione nelle somministrazioni dei vaccini in regione Lombardia. Alcuni over 80 lamentano le scarse comunicazioni e la grave confusione nell’organizzazione di prenotazione.

Vaccini Lombardia: ritardi nelle somministrazioni

La regione guidata dal presidente Fontana appare particolarmente in difficoltà nell’organizzazione della campagna vaccinale. Molti degli over 80, che dovrebbero usufruire della somministrazione del vaccino anti-Covid, lamentano una seria confusione nel prendere gli appuntamenti da parte del personale addetto.

Tra confusione e defezioni, molti sono gli anziani che sono stati costretti a rinunciare alla dose di vaccino. Questa, inevitabilmente, se non utilizzata entro l’arco di precise ore, viene persa. Difficoltà dovute, quindi, non soltanto alla carenza di dosi, ma anche ai disservizi dati dalla società che gestisce la piattaforma di prenotazione al vaccino.

Si evidenzia anche un sovraffollamento in alcune strutture sanitarie, mentre altre sono quasi inutilizzate per la somministrazione dei vaccini. “La situazione è paradossale: mancano le dosi, ma a causa delle disorganizzazione sulle prenotazioni rischiamo che restino fiale inutilizzate se le persone non si presentano perché hanno avuto l’appuntamento tardi“- commenta la consigliera regionale, Elisabetta Strada.

Perdita di dosi: il commento della consigliera comunale

I ritardi nella trasmissione dell’appuntamento, che in molti casi è stato dato la sera per la mattina seguente, portano a una perdita massiccia di dosi di vaccino. Per non parlare poi dei disagi che vengono provocati negli anziani. “Persone già fragili e non sempre autosufficienti costrette ad aspettare la sera prima dell’appuntamento per sapere quando e dove andare, con il rischio di non vedere il messaggio o non potersi organizzare in tempo e dover ricominciare la trafila. È una follia” – ribadisce la consigliera.

In regione vige l’incertezza. Anche in riferimento al fatto che molti degli anziani che avrebbero diritto al siero anti-Covid si trovano in condizioni che non gli permettono di spostarsi. In questi casi dovrebbe essere il medico di famiglia a occuparsi della situazione, ma non tutti i medici hanno aderito alla possibilità di fare vaccinazioni a domicilio. Rimangono quindi incerte queste questioni a cui la regione Lombardia dovrà far fronte.