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Decreto Genova, sfollati: se slitta tutti a casa di Grillo

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Sfollati sul piede di guerra se slitta il decreto Genova, tanto da promettere proteste anche sotto casa di Beppe Grillo. Il governo rassicura.

Il governo rassicura gli sfollati della zona rossa di Genova. Luigi Di Maio sostiene che il ministero dell’Economia non è intenzionato a fermare o allungare i tempi del decreto Genova, quello che permetterà la ricostruzione del ponte e stabilirà i risarcimenti per gli abitanti delle palazzine evacuate. Gli sfollati avvertono che se il provvedimento slitterà, ci sarà una manifestazione anche sotto casa di Beppe Grillo. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli promette quindi: “Entro venerdì 28 settembre il decreto sarà firmato al Colle”.

Decreto Genova: la rabbia degli sfollati

“In giornata il decreto va al Quirinale, deve andare al Quirinale. E’ stato scritto tanti giorni fa ed è pronto” assicura il vicepremier Luigi Di Maio intervenendo questa mattina su Radio Capital. Gli sfollati infatti sono sul piede di guerra. Il leader del MoVimento 5 Stelle tenta di spiegare che in queste ore “è stata data una interpretazione che il ministero dell’Economia voleva fermarlo, in realtà – promette – entro stanotte la ragioneria dovrebbe bollinarlo”.

“Non so che cosa faremo, ma se non esce qualcosa adesso sicuramente andremo sotto qualche Palazzo. Non escluderei di fare anche una manifestazione sotto casa di Beppe Grillo” aveva infatti annunciato Franco Ravera, presidente del comitato degli sfollati di via Porro. Commentando le indiscrezioni sul possibile ritardo del decreto Genova, ai microfoni di Mediaset Ravera ha ricordato, soprattutto ai politici: “Il mondo del lavoro, delle professioni, del commercio, dei singoli cittadini, il mondo degli sfollati è ferocemente arrabbiato”.

E così, l’impasse sembra essere stata superata. Anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli precisa infatti: “Il decreto è pronto, oggi o al massimo venerdì sarà firmato al Colle”. Nel corso di un question time alla Camera, però, Toninelli avverte che “le attività indispensabili per la ricostruzione del ponte non potranno che seguire al dissequestro dell’area“. “Rammento infatti che ad oggi l’area in questione è ancora sotto sequestro da parte della Procura ed oggetto di incidente probatorio. – aggiunge – I lavori per la ricostruzione del ponte, pur volendo, non potrebbero pertanto partire oggi, se non pregiudicando gli esiti dell’indagine penale”.

Il Terzo Valico

Proprio per questo il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, esorta il ministro dei Trasporti a “sbloccare i fondi da 1,1 miliardi di euro per il Terzo Valico“. Il governatore rimane invece critico sui poteri straordinari che avrà il Commissario che a giorni sarà nominato dal governo per gestire la ricostruzione del ponte. “Avrà poteri anche di indirizzo politico perché a lui viene demandata la scelta di dove, come e chi ricostruisce il ponte. – sottolinea Toti – Acquista dei poteri quasi biblici, credo che debba avere capacità quasi sovrumane un misto tra superman e un profeta”.