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Delitto Lidia Macchi, risarcimento di 303mila euro a Stefano Binda per ingiusta detenzione

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Delitto Lidia Macchi: Stefano Binda è stato assolto e ora dovrà ricevere una cospicua somma per ingiusta detenzione.

Stefano Binda è stato assolto in via definitiva per il delitto di Lidia Macchi avvenuto il 5 gennaio 1987 a Cittiglio (Varese). Il 53enne aveva chiesto la somma di 350mila euro come “indennizzo” per ingiusta detenzione. L’uomo, per la precisione, ha scontato circa tre anni di carcere, dal 2016 al 2019.

La quinta Corte d’Appello di Milano ha infine accolto l’istanza disponendo di un risarcimento nei confronti di Stefano Binda pari a 303mila euro. Paola Bettoni, madre di Lidia Macchi, ha trascorso trentacinque anni nel chiedere giustizia per l’omicidio di sua figlia. La donna ha sempre detto che “l’ergastolo lo hanno dato” a lei. 

Delitto Lidia Macchi: uccisa con 29 coltellate

Lidia Macchi, studentessa di Varese, venne uccisa con ventinove coltellate. Il luogo dell’omicidio sarebbe stato il Sass Pinì, una collinetta di Cittiglio. Dopo tutti questi anni, il suo assassino non ha ancora un nome. 

Il corpo ritrovato in un bosco

Il corpo di Lidia Macchi venne trovato due giorni dopo l’omicidio in un bosco. Il cadavere era ricoperto di cartoni e parzialmente svestito. La vicenda è ricordata in quanto fu il primo caso in Italia in cui venne effettuato il test del DNA a fini di indagine. Nonostante tutto, non si è mai arrivati a una risoluzione del caso. Riguardo a Stefano Binda, prima recluso e poi assolto definitivamente dal caso di omicidio, il 54enne oggi abita a Brebbia e si è dato al volontariato in varie associazioni culturali.