> > “Diamo un nome alle vittime di Cutro con il test del dna”

“Diamo un nome alle vittime di Cutro con il test del dna”

Molte vittime della strage di Cutro non hanno ancora un nome

Ci sono parenti che vagano in mezzo alle bare senza sapere di chi siano: “Diamo un nome alle vittime di Cutro con il test del dna”

Un’invocazione disperata di umanità assoluta per chi ancora piange i suoi morti ma non sa neanche se lo sono: “Diamo un nome alle vittime di Cutro con il test del dna”. Le associazioni lo chiedono in nome di quelle da rimpatriare che sono al Palamilione di Crotone e che non hanno ancora un’anagrafica certa. L’appello giunge in queste ore da parte delle associazioni al Palamilone, dove sono in attesa triste ancora decine le salme che attendono di essere rimpatriate.

“Diamo un nome alle vittime di Cutro”

E i familiari chiedono di intensificare le ricerche nei giorni in cui arrivano le terribili notizie di altri naufragi. La proposta è di coordinarsi con le autorità di provenienza per il test del Dna ma nel caso della più parte delle vittime di Cutro l’autorità è quella della Kabul talebana. Intanto, come si apprende dai media, continuano a Crotone le operazioni di trasferimento delle salme delle vittime del naufragio di Cutro.

Le bare senza nome in quel palazzetto

Questa mattina all’interno del Palamilone si contavano 37 bare, tra di loro sette erano bianche, quelle dei bambini. La raccolta del Dna potrebbe essere a questo punto il solo modo per identificare i morti che non hanno ancora un nome. C’è una donna giunta dalla Finlandia che da due settimane “prega accanto ad una bara senza nome”. Le associazioni spiegano: “In questi giorni è previsto in trasferimento delle salme, il grosso sarà trasferito da una società di Padova ed andranno in Afghanistan“.