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Esploso un deposito di carburante in Nagorno-Karabakh, almeno 20 morti

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Dopo l’esplosione di un deposito di carburante in Nagorno-Karabakh, 290 persone sono state portate in ospedale e decine versano in condizioni critiche

Almeno 20 persone sono state uccise e quasi 300 ferite in una potente esplosione in un deposito di carburante nella regione del Nagorno-Karabakh. La causa dell’esplosione rimane ancora sconosciuta.

È esploso un deposito di carburante in Nagorno-Karabakh, almeno 20 morti

Le autorità locali hanno dichiarato che quasi 300 persone sono state ricoverate in ospedale, decine delle quali in condizioni critiche, dopo l’esplosione avvenuta lunedì sera nell’impianto vicino alla capitale regionale di Stepanakert. Il conto delle vittime è, tuttavia, destinato a salire significativamente nel corso della giornata. Intanto migliaia di cittadini di etnia armena stanno abbandonando il territorio separatista dopo che l’esercito azero ne ha recuperato il pieno controllo, a seguito di una fulminea offensiva militare. Un’offensiva arrivata come risposta ad un blocco della regione da parte dell’Azerbaigian, che è durato oltre dieci mesi e che ha causato una carenza di forniture essenziali, compresa una disperata penuria di cibo e acqua.

Un drammatico bilancio

Il magazzino era utilizzato per distribuire carburante a coloro che volevano lasciare la regione con le proprie auto. Centinaia di persone erano riunite lì quando è avvenuta l’esplosione. Il dipartimento sanitario della regione ha dichiarato che 13 corpi sono stati ritrovati e sette persone sono morte per le ferite riportate dopo la deflagrazione. Secondo quanto dichiarato dal Ministero della Sanità, un team di medici è in viaggio da Yerevan a Stepanakert in elicottero per aiutare le vittime, trasportando i farmaci necessari e le forniture mediche. L’Azerbaigian ha preparato gli ospedali locali per l’arrivo dei feriti e ha avviato le trattative per la loro evacuazione dal Paese.

L’offensiva dell’Azerbaigian

L’esercito dell’Azerbaigian ha attaccato il Nagorno-Karabakh il 19 settembre, annunciando, 24 ore dopo, di aver conquistato il controllo dell’enclave. L’offensiva ha costretto le autorità separatiste ad accettare di deporre le armi e ad avviare colloqui di “reintegrazione”, nel quadro di un accordo di cessate il fuoco mediato dalla Russia, tradizionale potenza regionale. Sul fronte diplomatico, è previsto per oggi un incontro a Bruxelles tra i consiglieri per la sicurezza nazionale di Azerbaigian, Armenia, Francia, Germania e il rappresentante speciale dell’Unione Europea per la regione. A presiedere i colloqui sarà Simon Mordue, principale consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.