> > Tria: "Il 3% non si tocca, no a riforme fiscali con aumento deficit"

Tria: "Il 3% non si tocca, no a riforme fiscali con aumento deficit"

Giovanni Tria

Giovanni Tria rivela che il tetto del 3% del deficit "non è mai stato messo in discussione" e che l'indebitamento "dipende dagli obiettivi".

All’indomani dei numeri stilati da Bruxelles sul debito italiano, Giovanni Tria rassicura sulla stabilità dei conti pubblici e soprattutto cerca di mettere un freno alle ultime dichiarazioni rilasciate dai due vicepremier. Luigi Di Maio, infatti, ha affermato che sullo sforamento del tetto del 3 per cento “possiamo parlarne”, con Matteo Salvini che ipotizza di utilizzare così tali risorse per finanziare i tagli fiscali.

Il deficit

“Anche l’anno scorso si sono dette in estate le stesse cose ma il 3 per cento non è mai stato davvero in discussione. Bisogna ridiscutere non l’Europa ma le regole che hanno guidato fin qui la sua politica economica” chiarisce quindi il ministro dell’Economia in un’intervista a IlSole24Ore.

Giovanni Tria ci tiene poi a puntualizzare: “In ogni caso per finanziare riforme fiscali strutturali servono coperture altrettanto strutturali, il deficit può coprire solo investimenti o esigenze temporanee”.

“Deficit significa indebitamento, non è un male in sé ma dipende dagli obiettivi per cui si ricorre a questo strumento. – precisa – Una famiglia si indebita per comprare casa, non per pagare l’affitto. Tradotto in termini di finanza pubblica, significa che spese strutturali non possono essere finanziate a debito, mentre gli investimenti pubblici sì”.

L’aumento dell’IVA

Giovanni Tria non esclude invece a priori un possibile aumento dell’IVA. “È chiaro che impedire l’aumento dell’Iva significa dover agire sul lato della spesa, e si può discutere se a parità di deficit previsto sia più recessivo un taglio di spesa o un aumento di tasse. È un problema di scelte politiche che devono essere compiute”, spiega.