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Coronavirus in Italia, gravi conseguenze per il turismo: -70% di presenze

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Gravi i danni del coronavirus sul turismo italiano: disdette da Nord a Sud, a rischio un terzo del fatturato annuo del comparto nazionale.

Cala a picco il turismo in Italia per colpa dell’emergenza coronavirus. Presenze giù fino al 70%, con a rischio un terzo del fatturato annuo del comparto del turismo italiano, che vanta un giro d’affari da 146 miliardi di euro.

Coronavirus, turismo a rischio

Italia in ginocchio, piegata tra la quarantena imposta per via del coronavirus e la pioggia di disdette che stanno falciando il settore del turismo. Francia e Inghilterra hanno attivato politiche d’isolamento nei confronti di chi torna dalle zone colpite dall’epidemia, due pesi che si aggiungono alle percentuali delle presenze in meno previste nel settore del turismo: il 70%. Quest’ultimo vanta in Italia un giro d’affari di circa 146 miliardi di euro, e circa due milioni di lavoratori, ed è a rischio per questa primavera un terzo del fatturato annuo del comparto. Alberghi, strutture e migliaia di agenzie di viaggio rischiano di dover chiudere a causa dell’ondata di panico legata al diffondersi del virus.

“Sono soprattutto gli stranieri a disdire in questa fase, spesso senza una giustificazione valida, dopo che le autorità di molti Stati hanno sconsigliato di effettuare viaggi nella penisola”, ha spiegato la vice presidente di Federturismo Marina Lalli. Pesa anche la sospensione delle gite scolastiche che muove ogni anno un giro da 316 milioni di euro, sempre secondo i dati di Federturismo. Ivana Jelinic, presidente della Federazione italiana imprese viaggi e turismo, cerca di fare un punto: “Risultano particolarmente esposte al collasso le agenzie di viaggio, che sono circa dodicimila in Italia e contano 60 mila dipendenti. L’emergenza presenta ricadute in tutti gli ambiti. Ci aspettiamo che vengano adottate al più presto misure di sostegno all’altezza della situazione”.

Cosa rischia la stagione

Per Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, sono a rischio circa 40 milioni di pernottamenti: “Siamo molto preoccupati, in pochissimo tempo la situazione è precipitata. Durante i mesi di febbraio e marzo gli esercizi ricettivi italiani ospitano 14,5 milioni di turisti italiani e stranieri”. La stagione primaverile che va ad affacciarsi vale circa il 30 percento del fatturato totale annuo del turismo, secondo Confesercenti. E se le imprese turistiche in Italia contribuiscono al prodotto interno lordo per il 13%, il numero sale al 14,7% per l’occupazione nazionale. A finire nell’occhio del ciclone anche bar, ristoranti e attività commerciali, cosa che ha fatto scattare l’allarme tra le associazioni di categoria che hanno chiesto di dichiarare lo stato di crisi del comparto e di adottare provvedimenti per tamponare l’emergenza, sospendendo il pagamento di tasse, contributi e mutui ed estendendo l’area d’intervento dei fondi d’integrazione salariale.

L’Associazione italiana distribuzione turistica, Assoviaggi, Astoi (l’associazione dei tour operator) e la Federazione del turismo organizzato, nel dettaglio, avrebbero chiesto alla Farnesina di fare pressione sui Paesi che stanno introducendo blocchi verso l’Italia nel tentativo d’allentare il più possibile le nuove misure restrittive. Chiesta anche l’istituzione di appositi fondi dell’Unione europea e aiuti speciali per gli organizzatori di viaggi, che permettano a tour operator e agenzie di viaggio di coprire le perdite derivanti dai viaggi cancellati e superare le difficoltà nell’entrata delle casse per mantenere operative le aziende.

Per Matteo Salvini, intervenuto sul coronavirus, questo panico è già costato l’80% di disdette in entrata e uscita. Sempre per causa del virus, a Milano il Salone del Mobile – 21-26 aprile – è stato spostato al 16-21 giugno. L’annullamento di quest’ultimo sarebbe costato 120 milioni di euro.