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Cassa integrazione: da giugno a settembre rischio buco dei pagamenti

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Con le nuove norme del Dl Rilancio, alcune aziende rischiano di non poter richiedere settimane di cassa integrazione da giugno a settembre.

Continua a far discutere la cassa integrazione che, nonostante lo stanziamento di 11,5 miliardi nel Decreto Rilancio per il pagamento delle domande rimaste sospese a causa dell’esaurimento dei fondi, rischia di subire un buco da giugno a settembre.

Cassa integrazione: buco da giugno a settembre

Tra le novità contenute nel Decreto vi è infatti la possibilità di estendere per altre nove settimane il trattamento di integrazione salariale o assegno ordinario con causale Covid, dopo le nove precedenti concesse con il Cura Italia. Il problema però, come fatto notare dal consigliere nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro Vincenzo Silvestri, è che la stragrande maggioranza delle aziende, che ha iniziato la cassa a marzo ha già esaurito le prime nove settimane.

Potrebbe quindi iniziare a chiederne altre, ma la norma prevede che cinque possano essere chieste entro il 30 agosto e le successive quattro dall’1 settembre al 31 ottobre. Se quindi le società ne chiedessero subito altre cinque, le esaurirebbero poco dopo la metà di giugno senza possibilità di fare richiesta delle altre quattro prima di settembre. E a quel punto rimarrebbero dei buchi nei pagamenti dei mesi estivi.

Oltretutto i licenziamenti sono bloccati, dunque l’impresa, anche con un grave calo del proprio fatturato dovrà comunque farsi carico di pagare i propri dipendenti per due mesi e mezzo prima delle successiva richiesta. Ciò non vale per le aziende dei settori del turismo, fiere, congressi e spettacolo che potranno chiedere altre quattro settimane anche prima di fine agosto.