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Coronavirus, cosa succederà a tasse e cartelle rinviate a settembre

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Per l'emergenza coronavirus, tasse e cartelle fiscali sono state rimandate a dopo l'estate. Rinviati a settembre anche i prestiti alle imprese.

L’emergenza coronavirus ha bloccato il Paese: oltre alle visite mediche e agli interventi rimandati, tasse e cartelle fiscali sono state sospese fino a settembre.

Anche i versamenti alle imprese, in scadenza a maggio, hanno subito un’ulteriore proroga di tre mesi. In questo modo si cerca di agevolare le molte attività danneggiate dalla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria. Tuttavia, dopo l’estate, diverse imprese dovranno far fronte a un carico fiscale notevole. Per evitare un incremento del buco nelle entrate alle casse statali, dopo settembre difficilmente i pagamenti potranno subire un altro rinvio. Al contempo però, bisognerà pensare a come attutire l’impatto finanziario generato dalle molte scadenze concentrate a settembre.

Coronavirus, tasse e cartelle fiscali rimandate

Oltre ai prestiti, tasse e cartelle fiscali scadranno a settembre. Anche le scadenze dei versamenti al Fisco, già sospesi a marzo in piena emergenza coronavirus, sono state rinviate a settembre.

Molti contribuenti, tuttavia, hanno cercato di rispettare il consueto calendario fiscale, per evitare un accumulo finanziario troppo consistente a settembre. Una spesa tanto ingente per molti sarebbe insostenibile. Il 59% dei contribuenti ha continuato a pagare regolarmente le rate dovute. Secondo l’Agenziautt delle entrate, ci sarebbero 6,7 milioni di cartelle sospese.

Per far fronte alla crisi economica che molte imprese devono fronteggiare, il governo è intervenuto con il decreto Cura Italia. Così a piccole e medie imprese (Pmi), micro-imprese e partite Iva ha dato la possibilità di congelare i mutui e i finanziamenti contratti. Le banche quindi non possono esigere i crediti dalle imprese.

Come fatto sapere da Il Messaggero, fino allo scorso 22 maggio le banche avevano ricevuto circa 2,4 milioni di richieste di moratoria sui prestiti, per un totale di 260 miliardi di euro. A differenza di altri ritardi denunciati in queste settimane, per le pratiche di moratoria la situazione sembra essere migliore: l’85% delle richieste è già stato accolto, contro un 2% di istanze rifiutate. Il restante 13% sarebbe ancora in fase di valutazione.

Tra tre mesi i costi a cui far fronte resteranno notevoli. Resta così l’incognita settembre.