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Migranti, il ministro Piantedosi: "La Tunisia deve sentire l'Europa amica, non ostile"

Piantedosi Matteo

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi prende la parola nel dibattito sull'emergenza migratoria: l'urgenza di intervenire economicamente col prestito dell'Unione europea

Migranti: un passo alla volta. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi prende la parola nel dibattito sull’emergenza migratoria che riguarda i Paesi del Nordafrica, in particolare la Tunisia, e stringe il focus sulla necessità di un intervento mirato e diretto.

L’urgenza di intervenire

Il ministro del Viminale evidenzia un «rallentamento – seppur allo stato embrionale – delle partenze». In un’intervista rilasciata al Messaggero si esprime poi sugli aiuti economici e sulle riforme chieste dal Fmi: «Devono andare di pari passo. È importante che nessuno abbia nei confronti di Tunisi un atteggiamento pregiudiziale e pedagogico». Riferendosi all’erogazione del prestito dell’Unione europea da novecento milioni senza attendere il Fmi, il ministro aggiunge: «È giusto. Il nostro auspicio è che l’Ue si muova subito. Lo stallo è un rischio, c’è bisogno di ammorbidire i toni da tutte le parti. La Tunisia deve sentire la voce amica, non ostile, dell’Europa e delle istituzioni internazionali».

Per i migranti respinti dall’Europa

Ci sono altri Paesi in grado di ricevere i migranti? Matteo Piantedosi rassicura sulla questione: «La Tunisia è già considerata un Paese terzo sicuro da provvedimenti e atti ufficiali italiani», concludendo che «la Farnesina ha già una lista formale di Stati terzi definiti sicuri. Sia in Africa, penso al Senegal, così come nei Balcani».