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Emilia Romagna, le lamentele degli abitanti dopo l'alluvione: "Qui continuiamo solo ad anticipare soldi"

Gli abitanti dell'Emilia Romagna si lamentano dopo l'alluvione

L’Emilia Romagna aspetta ancora i primi aiuti da parte del governo italiano dopo l'alluvione. Le lamentele dei cittadini.

L’Emilia Romagna aspetta ancora i primi aiuti da parte del governo italiano, dopo la devastante alluvione. La regione deve ripartire da zero, ma ha bisogno di aiuto, come ha dichiarato più volte il governatore Stefano Bonaccini.

Emilia Romagna, gli abitanti si lamentano: “Qui continuiamo solo ad anticipare i soldi”

L’Emilia Romagna sta ancora aspettando i primi aiuti da parte del governo italiano, dopo l’alluvione. Imprenditori, agricoltori, sindaci e cittadini devono ripartire da zero, ma non hanno ricevuto nessun aiuto. Il governatore Stefano Bonaccini ha denunciato che i fondi previsti sono “insufficienti per la ricostruzione pubblica” mentre alle imprese non è ancora stato dato nulla. La popolazione, a quasi tre mesi dall’alluvione, si sente abbandonata dal governo Meloni. “Senza ristori siamo perduti. Dopo tutto quello abbiamo vissuto, ci siamo ritrovati a dover contare soltanto sulle nostre forze. E questo fa venire molta rabbia” ha dichiarato Daniele Gieri, agricoltore di Conselice, in provincia di Ravenna.

L’unico contributo arrivato è quello della Regione, che prevede per chi è stato colpito dall’alluvione un acconto di 3 mila euro subito e un secondo eventuale saldo di 2 mila euro. Nel Ravennate l’acqua si è ritirata da qualche settimana lasciando danni per milioni di euro. Al mancato raccolto si aggiungono le risorse impiegate per ripristinare i terreni e ricostruire gli impianti distrutti. “Continuiamo a spendere soldi senza sapere se ci tornerà indietro qualcosa, abbiamo debiti da coprire e viviamo nell’attesa che il governo sblocchi i tanto promessi aiuti” ha aggiunto Gieri. Il settore agroalimentare emiliano-romagnolo è uno dei più redditizi, ma tornare al benessere che c’era prima dell’alluvione sembra essere sempre più complicato. “Ci aspettano anni senza raccolti perché i frutteti che sono andati distrutti non ricrescono nel giro di un’annata” ha sottolineato Gieri.

Emilia Romagna in attesa degli aiuti: le difficoltà dopo l’alluvione

Sono tante le difficoltà post-alluvione in Emilia Romagna. Le strutture ricettive e gli stabilimenti balneari sono in crisi. Il fango e i detriti trasportati dai fiumi hanno compromesso la balneabilità di decine di aree marittime, facendo scattare la zona rossa. Ci sono state tantissime disdette di prenotazioni. “È agosto e siamo pieni solo per metà” ha spiegato Alessandro Giorgetti, presidente di Federalberghi e dipendente dell’hotel San Giorgio Savoia di Igea Marina. Hotel, alberghi e bagni sono tagliati fuori dagli aiuti statali. Il paese di Solarolo, invece, è rimasto senza scuole e servizi sociali importanti. Il Comune conta poco più di 4mila abitanti e 8 milioni di euro di danni. Durante l’alluvione l’acqua si è alzata fino a un metro e cinquanta e ha travolto asilo nido, scuole e piscina. L’amministrazione comunale sta correndo contro il tempo per riuscire a ricostruire in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico a settembre, in attesa degli aiuti. “È fondamentale che arrivino subito, così come i fondi da parte del Ministero dell’Istruzione per il ripristino delle scuole” ha dichiarato Bonaccini. L’associazione volontaria Monsignor Giuseppe Babini, grande sostegno per disabili, anziani ed emarginati, ha perso tutti gli automezzi, compresa un’ambulanza.

Ho già impegnato 300mila euro per gli interventi più urgenti e non ho ancora visto un euro” ha dichiarato Davide Righini, vicesindaco di Castel del Rio. Il paese è stato uno dei più martoriati da frane e smottamenti e gran parte delle strade sono crollate. Gli interventi da fare per mettere in sicurezza le strade ammontano a venti milioni di euro. “Siamo fermi a tre mesi fa, abbiamo rendicontato, abbiamo pianto, ma non ci è ancora arrivato niente e non si sa quando ci arriverà” ha dichiarato Righini.