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Ciclista bloccato in Siberia a -50°C: salvato in extremis

Siberia

Un ciclista spagnolo è rimasto bloccato tra i ghiacci della Siberia a -50°C. E' stato salvato in extremis mentre montava la tenda

Un gesto estremo, un’avventura all’insegna del rischio che è quasi costata la vita a un bidello spagnolo. Il 48enne di Saragozza è molto appassionato di sport estremi. Così ha deciso di percorrere, in bici e nel bel mezzo del rigido inverno della Siberia, un itinerario di oltre quattromila chilometri, passando le notti in tenda. Così è rimasto bloccato tra i ghiacci a una temperatura artica pari a -50°C e ha rischiato di morire congelato.

Sfida agghiacciante in Siberia

José Andrés Abiàn da 20 anni pratica sport estremi negli angoli più remoti del mondo. Questa volta pare abbai sottovalutato il rischio di avventurarsi nel gelo della Siberia in solitaria. Il viaggio era iniziato a inizio del mese di dicembre nella città di Magadan e fino a venerdì 14 dicembre l’uomo aveva percorso poco più di 500 chilometri. Una distanza relativamente breve, anche se va considerato che le ore di luce durante la giornata sono davvero poche e José Andrés era costretto a fermarsi, dormendo in tenda.

Proprio quel giorno aveva deciso di fermarsi intorno alle tre del pomeriggio e montare la tenda. Per farlo, José Andrés aveva deciso di sfilarsi uno dei guanti a manopola che indossava. Così facendo la sua mano è congelata in meno di cinque minuti. Durante quella lunga attesa al gelo, anche le gambe si stavano congelando e José Andrés stava iniziando ad accusare una grave ipotermia, ma per sua fortuna sono intervenuti tre giovani in auto, che lo avevano visto procedere in mezzo al gelo e non erano riusciti a dissuaderlo a causa delle incomprensioni linguistiche. Un vero miracolo: temendo che quell’uomo potesse essere in pericolo, infatti, i giovani hanno deciso di mettersi sulle sue tracce, trovandolo bloccato mentre si trovava all’interno della tenda.

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Le dichiarazioni di José Andrés

Nel video, registrato da una dashcam di bordo, si vedono i ragazzi (Vaja Chemurziev, Musa Mutsolgov e Aslan Jabriev) aprire la tenda e soccorrere José Andrés, caricandolo in auto e portandolo in ospedale. I medici hanno escluso conseguenze più gravi e l’uomo ha raccontato la propria disavventura a El Mundo. “Non c’è il rischio di perdere le dita della mano, anche se sono ancora nere”, ha spiegato. Quindi rassicura: “Ora sto meglio”, ma non demorde: “Ho intenzione di riprovarci l’anno prossimo. Ero perfettamente equipaggiato per riuscire in quest’impresa”. I tre giovani che gli hanno salvato la vita, riceveranno un premio per averlo soccorso. Tuttavia continuano a dire che “bisogna essere pazzi per fare una cosa del genere, probabilmente quell’uomo non aveva un’idea molto precisa sugli effetti delle gelate nella regione del Kolyma“.

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Il bidello spagnolo rientrerà in patria giovedì 20 dicembre. Con la sua bicicletta aveva percorso territori come Pakistan, Iraq, Iran, Nepal, India, Mongolia, Giordania e Libano). Questa volta aveva deciso di spingersi oltre e sfidare anche le temperature più estreme. Possiede un blog, Ciclochao, ed è stato anche premiato più volte da alcune associazioni di sport estremi. E la sua passione sembra non avere freni: “Diciamo che me la sono un po’ cercata sfilandomi il guanto, ma continuo a pensare che dal divano di casa non si può combinare nulla”.