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Tsunami in Indonesia, salvo un italiano: "Vivo per miracolo"

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"Non comprendo perché non hanno fatto evacuare a ovest di Giava e a sud di Sumatra" si chiede l'italiano sopravvissuto allo tsunami in Indonesia.

Sale drammaticamente a 373 il numero dei morti causati dallo tsunami che si è abbattuto sull’Indonesia, devastando le spiagge ed i villaggi attorno allo stretto della Sonda, che separa le isole di Giava e Sumatra. L’Agenzia indonesiana per la gestione dei disastri riferisce che sono almeno 128 i dispersi, mentre il bilancio dei feriti è di quasi 1.500 persone.

Tsunami, mancata allerta

“Ho visto un’onda di cinque metri arrivare fino al nostro villaggio” racconta un superstite, il fotografo norvegese Oystein Lund Andersen. “Ero in spiaggia a fotografare il vulcano, quando all’improvviso ho visto venire una prima enorme onda. – ricorda – Ho dovuto correre, mentre passava, superava la spiaggia e atterrava 15-20 metri nell’entroterra. E poi c’è stata la seconda onda, è entrata nella zona dell’hotel dove mi trovavo. Sono riuscito a fuggire, a portare la mia famiglia in una zona più alta, attraverso sentieri e villaggi, dove ci ha aiutato la gente del posto. Siamo salvi, per fortuna”.

Nel frattempo il vulcano Anak, il “figlio del Krakatoa”, continua ad eruttare. Le autorità indonesiane esortano quindi la popolazione a non avvicinarsi alle spiagge, per il timore che le scosse possano provocare un’altra terribile onda anomala. L’Oxfam riferisce che al 24 dicembre 2018 sono circa 11mila gli sfollati, con 600 abitazioni andate completamente distrutte.

Tra i sopravvissuti anche un italiano, Mario De Carlini, ristoratore che vive da 23 anni nell’isola di Giava. “Stavo organizzando un giro in bicicletta proprio in quel parco naturale, nella parte estrema a ovest di Giava. Ma poi ho saputo che il vulcano Anak Krakatoa era attivo e ho rinunciato. – spiega a Il messaggero – Ecco, davvero non comprendo perché non avessero fatto evacuare le zone a ovest di Giava e a sud di Sumatra”.

In realtà, da quanto si apprende il sistema di allarme anti-tsunami in Indonesia non è attivo dal 2012 a causa della scarsità dei fondi. Per il momento le vittime sembrano essere per la maggior parte indonesiane, ma “è presto per dire che non vi fossero italiani – ammette De Carlini – perché la situazione è ancora molto caotica, ci sono molti dispersi”.