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I medici le danno pochi mesi di vita, ma Isla guarisce dal cancro

bimba

Una bambina inglese di 4 anni si è sottoposta a delle cure sperimentali contro il neuroblastoma che l'aveva colpita. Ora il cancro è in remissione.

“Quando ci hanno detto che era libera dal cancro, sono scoppiata in lacrime, è stato il più bel giorno della mia vita” racconta Nikki, mamma inglese di 39 anni. Alla figlia di 4 anni, Isla, le era stato infatti diagnosticato nel marzo 2017 un neuroblastoma di quarto stadio nel marzo 2017. La piccola ha ricevuto però in Spagna un trattamento sperimentale contro questo tipo di tumore.

Il trattamento sperimentale

I medici avevano dato ai genitori di Isla poche speranze di sopravvivenza. Nel luglio 2018 Nikki e Michael avevavo rivelato che la figlia aveva solo dai tre ai sei mesi di vita. La bambina era stata quindi messa in lista d’attesa per ricevere un trattamento sperimentale contro questi tipo di cancro presso l’ospedale pediatrico di Sant Joan de Déu, a Barcellona.

I medici hanno giudicato il caso di Isla come il più idoneo per le cure, e così la bimba è stata la prima a provare questa nuova terapia che utilizza in combinazione la chemioterapia e una serie di anticorpi.

“I test mostrano che non ci sono più segni di cancro nel corpo di Isla ora. Spero che questa buona notizia possa portare speranza ad altri giovani malati di tumore e alle loro famiglie” sottolinea la mamma, come riporta il giornale Southwark News.

“Ha ancora bisogno di cure”

“Ma ha ancora bisogno di più cure. È destinata a ricevere altri due trattamenti per la chemioterapia, un trattamento anticorpale e un vaccino per garantire che il cancro aggressivo non ritorni” spiega la donna che invita tutti quindi ad aiutarli donando attraverso la pagina di crowdfunding aperta quando hanno capito che il sistema sanitario nazionale britannico non avrebbe coperto le spese del trattamento sperimentale.

“Senza tutte queste persone che hanno donato non avremmo mai potuto salvare la vita di Isla”, sottolinea la mamma. Nikki spera che questo calvario possa terminare entro sei mesi, e poter tornare quindi a casa, a Stratford, per poter far vivere la loro figlia come una bambina normale.