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Mosca, bimbo malnutrito dalla madre adottiva per ottenere l'indennità

Mosca

Voleva assomigliasse a un disabile per ottenere l'indennità. Così la madre adottiva gli ha ridotto il cibo, comportandogli problemi di malnutrizione

Una storia che ha dell’incredibile, al limite dello squallore, del raccapricciante e dello spaventoso. Disumano e fuori da ogni logica il comportamento di una madre adottiva che ha volontariamente ridotto il cibo al figlio di 11 anni. La donna, Lyubov Korotkova, voleva che assomigliasse a un bambino disabile. Tutto pur di ottenere l’indennità. Il drammatico episodio ha avuto luogo a Mosca.

Soffrendo di gravi problemi di malnutrizione e avendo vissuto in un contesto di privazioni e difficoltà psicologiche, il ragazzino è ora in cura da Svetlana Suleimanova. E’ lei la psicologa che lo ha seguito e aiutato dopo essere stato liberato dall’inferno con la Korotkova.

Mosca, la storia di Valery

Valery Kandaurov, 11 anni, per 8 anni è stato costretto a vivere in condizioni di eccessive privazioni, potendosi nutrire solo di poco cibo. Al piccolo, inoltre, venivano somministrate dosi quotidiane di droghe. La Korotkova ha nascosto il suo piano maligno al marito Andrei.

La malnutrizione del piccolo ha raggiunti livelli elevatissimi e di estrema emergenza. Il peso di Valery, infatti, corrisponde a quello di un bimbo di quattro anni. La donna aveva forzatamente ridotto il cibo, allevandolo con droghe per “farlo risultare malato agli occhi di tutti”, fa sapere Il Messaggero.it. La follia della madre adottiva l’ha spinta a tenere Valery lontano dagli altri bambini. Il piccolo, infatti, non ha mai avuto modo di relazionarsi con i suoi coetanei, ricevendo istruzione privata all’interno delle mura domestiche. Valery non è mai andato a scuola.

Le cure per Valery

Svetlana Petrenko, del comitato investigativo federale russo, ha confermato: “La malnutrizione era così grave che il bambino di 11 anni aveva il peso di uno di quattro. Per otto anni deliberatamente non lo ha nutrito per farlo risultare disabile e ricevere l’indennità e gli assegni di malattia”. Quindi, ha spiegato la messa in scena architettata dalla madre: “Durante tutti questi anni la donna ha visto molti dottori con suo figlio, chiedendo loro di controllarlo perché malato, ipotizzando ai loro occhi anche il cancro. La donna ha raggirato anche i medici, non trovando mai una diagnosi giusta”.

Inizialmente funzionari e associazioni locali non hanno creduto alle accuse rivolte contro la donna e hanno persino organizzato una campagna pubblica per far tornare il bambino dalla mamma adottiva. Alla fine però, lei stessa ha deciso di confessare, dichiarandosi colpevole. La donna è stata condannata per “aver inflitto lesioni gravi a un minore lasciandolo in uno stato di impotenza”. Ora deve restituire interamente il denaro preso e consegnare più di 9.400 euro in “danni morali” al figlio che le è stato immediatamente tolto.