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Mauritania, la storia di Mbarka: schiava sessuale per 23 anni

schiava

Nel mondo esistono ancora intere fasce di popolazione che le classi superiori ritengono di poter schiavizzare, anche a livello sessuale.

Le Nazioni Unite stimano che in tutto il mondo esistono circa 40 milioni di persone considerati “schiavi moderni”. In Mauritania, Stato dell’Africa Occidentale, ufficialmente la schiavitù è stata abolita nel 1981 e solo nel 2007 è stata criminalizzata, ma all’interno del Paese, purtroppo, ci sarebbero ancora 90mila schiavi, ovvero il 2 per cento della popolazione. In tale condizione ha vissuto per 23 anni Mbarka Mint Essatim, vittima di violenze anche sessuali.

Schiava sessuale

“Non ho mai conosciuto nessun altro e pensavo che fossero la mia famiglia“, racconta Mbarka Mint Essatim, parlando di quelli che ha scoperto essere invece i suoi padroni, membri dell’elite dalla pelle chiara della Mauritania, conosciuta come Mori bianchi. La donna ha scoperto di essere una schiava solo all’età di 23 anni, e a rivelarglielo è stato l’autista del suo padrone.

Solo a quel punto ha compreso perché i componenti di quella che credeva essere la sua famiglia si comportassero in maniera così atroce con lei. “Non dormivo con loro nella stessa casa e mi picchiavano – ricorda Mbarka – Avevo paura di loro, mi hanno violentato“. “Volevo essere come i miei coetanei, andare a scuola e studiare, ero sola” sottolinea, come riporta il sito Voanews.com.

Grazie all’aiuto dell’autista, che ora è diventato suo marito, nel 2011 Mbarka è riuscita a fuggire da quell’incubo, ma non ha un lavoro né un grado di istruzione, e nel frattempo è diventata madre di sette figli che fatica a sfamare. La vita per lei continua infatti ad essere dura, perché in Mauritania le classi sociali sono ancora divise in base al gruppo etnico, e Mbarka appartiene a quello considerato più basso, chiamato Haratines. Lei era una schiava perché anche sua madre lo era. Dagli stupri nacquero due bambine, che a loro volta così sono diventate schiave.

La classe degli schiavi

Secondo Minority Rights Group, un’organizzazione per i diritti di Londra, in Mauritania la “casta degli schiavi” costituisce quasi metà della popolazione, mentre il resto è diviso tra Mori bianchi e altri gruppi etnici neri. Eppure, il governo della Mauritania nega che la schiavitù nel Paese sia ancora così diffusa, assicurando che i casi sono rari e risolti rapidamente.

Le organizzazioni no profit che lavorano per abolire definitivamente la schiavitù chiariscono infatti che per arrivare a questo traguardo bisogna prima di tutto pacificare i rapporti tra le razze. “Per gli schiavi, tutto ciò che possiamo fare è liberarli”, ha spiegato infatti Alioune Sow, membro dell’Initiative for the Resurgence of the Abolitionist Movement (IRA), ente che ha aiutato Mbarka a liberarsi da quei legacci che la tenevano imprigionata alla casa dei suoi padroni.