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Storie di Brexit "Io, italiana a Londra e con un futuro incerto"

Brexit

"La percezione è che nessuno sappia cosa succederà, ci sono molte opinioni contrastanti".

Il marzo inglese volge al termine con la grande e calda partecipazione, lungo le strade di Londra, degli attivisti contro la brexit. “Could we just double check?” recita uno dei cartelloni sbandierati a Trafalgar Square mentre gli uomini di Scotland Yard delimitano il perimetro del corteo per la messa in sicurezza delle aree a rischio. I volti dei turisti, dirottati per motivi di ordine pubblico, sono abbastanza eloquenti: stupore, incredibile sorpresa per la mole della manifestazione. Tra le bandiere dell’Unione è palpabile la verità londinese, quella di una città che non accetta il risultato del referendum del 23 giugno 2016: una decisione quella sull’appartenenza del Regno Unito all’Unione europea che ha visto trionfare gli euroscettici delle province.

Italiani a Londra

L’ultimatum dell’Ue a Londra impone come deadline il 12 aprile 2019: regna quindi il caos sulle effettive conseguenze della brexit. “Nessuno sa di che morte dovremo morire” racconta Francesca, 23enne italiana residente a Londra per motivi legati al suo percorso di studi. “La percezione è che nessuno sappia cosa succederà, ci sono molte opinioni contrastanti. Nella mia personale esperienza (in un master internazionale a contatto con studenti provenienti da tutto il mondo ndr.) noto che tra gli europei c’è molta paura, quella di non essere sicuri dopo l’investimento operato sul nostro percorso di studi di poter trovare un lavoro. Se decideranno di limitare i posti Ue allora tenderanno a trattenere i migliori, di conseguenza si ridurrà drasticamente la possibilità di trovare occupazione”. Il clima di sconforto, la burocrazia infinita e la totale insicurezza del domani: potrebbero essere elementi dell’ordinaria giornata italiana ma la realtà racconta diversamente. London Calling come nel brano dei The Clash, the faraway towns (le città lontane). Londra chiama l’Unione Europea.

Manifestazione brexit