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Notre-Dame, salvate le 200mila api che producono miele all’interno

Notre-Dame

Il tetto di Notre-Dame non c’è più, ma le 200mila api che lo abitano sono sopravvissute. Si sono salvate e continueranno a produrre miele

Notre-Dame de Paris, nostra signora di Parigi. La cattedrale è un gioiello del gotico francese, la sua facciata è decorata da immagini bibliche, mentre gli esterni sono arricchiti dalle tipiche sculture gotiche.Tra queste, i celebri garguglia, le figure fantastiche e grottesche apposte per canalizzare il deflusso dell’acqua piovana. All’interno si notano soprattutto le vetrate e il rosone: quello a sud raffigura Cristo, santi, apostoli e angeli, quello a nord immagini dell’Antico Testamento. Fortunatamente questi sono stati risparmiati dalle fiamme.

La sua struttura è diventata lo sfondo di letteratura e cinema, a partire dal romanzo che ne immortala il nome: Notre-Dames de Paris di Victor Hugo. Il capolavoro romantico del 1831 racconta la tragedia del campanaro Quasimodo e della zingara Esmeralda. Culla della cristianità francese, la cattedrale si intreccia inevitabilmente con la storia del paese. A rendere ancor più suggestiva la bellezza della cattedrale parigina, sono le api che sul tetto producono il famoso “Miele di Notre-Dame”, successivamente venduto dallo staff ecclesiastico. Nonostante l’incendio abbia devastato la struttura facendo persino crollare il tetto, le 200mila api sono salve e, con ogni probabilità, continueranno a fare miele.

Le api di Notre-Dame

A occuparsi delle api, divise in tre alveari, è l’apicoltore Nicolas Géant che ha spiegato: “Questa specie di ape europea non abbandona il suo alveare in caso di fumo. Non hanno polmoni, ma la CO2 le fa addormentare e questo fa si che si rinchiudano nelle loro celle, proteggendo il miele e la regina”.

Solo nelle ultime ore però si è potuto verificare, via drone, se le api fossero effettivamente vive, riporta businessinsider.com. Il pericolo, infatti, era che la temperatura troppo alta avesse sciolto la cera e fuso all’interno gli alveari degli insetti. La cosa sembra non essere successa perché per fortuna gli alveari erano stati collocati in una zona relativamente protetta e chiusa della costruzione. La loro struttura è rimasta così protetta dalle fiamme e dall’eccessivo calore.