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Coronavirus: confermato primo caso nella tribù Yanomami in Amazzonia

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Il coronavirus raggiunge anche le tribù indigene situate nelle zone più remote dell'Amazzonia: grave un 15enne della tribù Yanomami.

I funzionari sanitari brasiliani hanno confermato il primo caso di coronavirus tra la remota tribù Yanomami in Amazzonia. Il ministro della Sanità Luiz Henrique Mandetta, durante la conferenza stampa che ha tenuto mercoledì 8 Aprile, ha dichiarato che un ragazzo di 15 anni della tribù indigena è risultato positivo al virus. Mandetta si è detto molto preoccupato per le possibili conseguenze, in particolare a causa della separazione della comunità dal mondo esterno.

Secondo il quotidiano brasiliano Globo, il ragazzo è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva in un ospedale di Roraima, lo stato più settentrionale del Brasile, situato nella regione amazzonica, lo scorso 3 Aprile. Il 15enne soffriva di respiro corto, febbre, dolore toracico e mal di gola. Sempre in base a quanto riportato dal Globo, il ragazzo prima è risultato negativo per la malattia, mentre in seguito è risultato positivo.

La tribù Yanomami è composta da circa 38.000 persone ed è considerata la più grande tribù isolata del Sud America, con oltre 9,6 milioni di ettari (2,3 milioni di acri) di terra lungo il confine venezuelano.

Coronavirus: primo caso in Amazzonia

In passato la tribù ha affrontato epidemie mortali di malattie infettive, tra cui il morbillo, quando agenzie militari, minatori e gruppi di missionari religiosi avevano esposto la tribù a malattie a cui non avevano immunità. Gli indigeni di diversi stati hanno chiuso i villaggi dall’arrivo di comunità esterne per proteggersi dal coronavirus.

Secondo il Globo, la malattia respiratoria è già la principale causa di morte tra le popolazioni native in Brasile. Il Ministero della Salute del paese ha creato un comitato nazionale di crisi al fine di monitorare gli impatti di COVID-19 sulle popolazioni indigene e prevenire un’ulteriore diffusione.