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Scontri per morte George Floyd: ucciso un agente della Polizia federale

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Continuano gli scontri scaturiti dall'omicidio di George Floyd: un 19enne a Detroit e un poliziotto ad Oakland sono stati uccisi.

Continuano le tensioni e gli scontri violenti negli Usa per la morte di George Floyd: nella notte di venerdì 29 maggio un 19enne è stato ucciso da colpi di pistola provenienti da un Suv a Detroit, in Michigan, e poche ore dopo ha perso la vita anche un agente della Polizia Federale.

Agente della Polizia ucciso

Durante le proteste svoltesi a Oakland, in California, un militare del servizio di Protezione federale è stato ucciso e un altro è rimasto ferito a colpi di arma da fuoco. Secondo il Dipartimento della Polizia locale sarebbero almeno 7.500 le persone scese in piazza per manifestare e chiedere giustizia per l’afroamericano. I media locali hanno testimoniato di danneggiamenti, atti di vandalismo, furti e incendi in tutta la città a seguito dei quali sono seguiti decine di arresti.

Scontri George Floyd: ucciso un 19enne

Secondo quanto riporta l’Associated Press, la notte del 29 maggio a Detroit un 19enne sarebbe stato ucciso da alcuni colpi di pistola provenienti da un Suv che avrebbe avuto l’intenzione di mettere fine agli scontri nati in seguito alla morte di George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso dalla polizia.

A rendere moto il fatto è stato il capo del dipartimento del Michigan, secondo cui il fatto sarebbe accaduto precisamente alle 23.30 di venerdì 29 maggio presso il distretto di Greektown, dove erano diventati ingestibili gli scontri tra manifestanti e agenti della polizia. Il 19enne sarebbe l’unica vittima della sparatoria e purtroppo è morto prima di giungere in ospedale.


L’appello del governatore

Intanto su Twitter il governatore del Minnesota Tim Walz ha lanciato un appello :”Cittadini del Minnesota, vi prego tornate a casa. È il momento di riportare la pace nelle nostre strade e nei nostri quartieri. La situazione è diventata pericolosa per i cittadini e per le forze di primo intervento”.

Tim Walz solo qualche giorno prima si era reso protagonista nella vicenda dei giornalisti della Cnn arrestati e poi rilasciati, chiedendo scusa all’emittente televisiva, dichiarado “inaccettabili” gli arresti ai reporter americani.