Panico nello Yemen, dove nel pomeriggio del 30 dicembre l’aeroporto di Aden è rimasto vittima di un attacco terroristico con esplosioni e sparatorie che ha causato almeno 13 morti e diversi feriti. L’attentato è avvenuto nel momento in cui giunto presso lo scalo l’aereo con a bordo i membri del nuovo governo di unità nazionale, formatosi lo scorso 18 dicembre nel corso delle trattative per porre fine al conflitto che dilania il paese arabo dal 2015.
Watch: An explosion rocks #Aden Airport in #Yemen followed by gunfire, killing at least five people and leaving dozens more wounded, according to a local security source.https://t.co/rP1vDSnylo pic.twitter.com/1d0mIWUkL0
— Al Arabiya English (@AlArabiya_Eng) December 30, 2020
Yemen, attentato all’aeroporto di Aden
Dai filmati e dalle fotografie che stanno giungendo dal luogo dell’attacco sembrerebbe che vi siano state almeno due esplosioni a pochi secondi di distanza l’una dall’altra, anche se alcuni testimoni affermano di averne sentita una terza. Stando a quanto riportato invece dall’agenzia Reuters, dopo la prima esplosione sarebbero partiti colpi di arma da fuoco provenienti da veicoli corazzati.
Le esplosioni sono avvenute mentre nello scalo yemenita giungeva l’aereo con a bordo il nuovo governo di unità nazionale, che per precauzione è stato immediatamente trasferito presso il palazzo presidenziale di Aden. L’esecutivo è stato formato lo scorso 18 dicembre dopo un’intensa mediazione tra le forze fedeli all’ex presidente Abdrabbuh Mansur Hadi, sostenuto tra gli altri anche dall’Arabia Saudita, e le forze indipendentiste del Southern Transitional Council, rappresentate dal gruppo armato a maggioranza musulmana sciita degli Houthi e sostenute dall’Iran e da Hezbollah.
Subito dopo l’attentato è arrivato anche il commento del inviato Onu in Yemen Martin Griffiths, il quale ha descritto l’attacco come un: “Inaccettabile atto di violenza che ci ricorda l’importanza di riportare lo Yemen sul percorso della pace. Auguro al governo la forza di affrontare i difficili compiti che ha davanti a sé“.