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Scozia: bloccata in quarantena in hotel dice addio alla sorella per telefono

scozia, causa restrizioni anti covid, non può salutare la sorella per l'ultima volta

Una ragazza di 27 anni, non ha potuto dire addio alla sorella, perchè una volta atterrata in Scozia è stata messa in quarantena obbligata in hotel

Una storia surreale quella che arriva dalla Scozia: una ragazza di 27 anni ha dovuto salutare la sorella in fin di vita ricoverata in ospedale, tramite videochiamata, perchè costretta alla quarantena in albergo.

Scozia, bloccata in quarantena in hotel non può dire addio alla sorella

La storia arriva dalla Scozia, e pone delle domande sul metodo di comunicazione, che in questi mesi di pandemia si è rivelato carente sotto più aspetti. La protagonista è Billie Gray, ragazza di 27 anni che lavora in Svezia, la quale, quando viene contatta dalla madre per comunicarle che la sorella Maryanne, 48 anni, è in fin di vita in ospedale a causa di un’insufficienza renale, non esita a prendere il primo aereo per rientrare in Scozia e salutare per l’ultima volta la sorella.

Dopo aver comperato due test Covid, e aver ottenuto due esiti negativi, Billie, non ha esitato ad imbarcarsi in aereo per fare rientro ad Edimburgo. Peccato però che una volta atterrata, sia stata costretta dalle autorità aeroportuali, ad isolarsi a spese proprie, presso un albergo, senza riuscire quindi a salutare per l’ultima volta la sorella.

A raccontare lo straziante episodio la stessa Billie: –“Mia sorella è morta in ospedale per insufficienza renale. Era attaccata ad un ventilatore e ho dovuto salutarla sullo schermo di un telefono. Ho cercato di tornare a casa e tutto ciò che ho trovato online diceva che se avessi comprato due test covid e avessi ottenuto risultati negativi, avrei potuto isolarmi a casa con mia madre. Ma non appena sono atterrata all’aeroporto di Edimburgo hanno permesso a tutti di attraversare il confine, non a me.  Ho cercato di spiegare che avevo speso ogni centesimo dei miei risparmi viaggiando a Stoccolma per ottenere un test per tornare in Scozia. Poi sono stato consegnata a un altro uomo che mi ha fatto telefonare al governo e accettare di pagare per l’hotel, 1750 sterline che non posso permettermi, a rate. Mi è stato detto che se me ne vado sarò arrestata. Mi sono sentita trattata come un terrorista”.

Ciò che preoccupa Billie è anche la madre: -“Mia madre ha 63 anni e ora ha perso tre figli. È depressa e da sola a casa sua senza nessuno che la supporti. Questa è solo tortura emotiva”.

La risposta del governo scozzese

A stretto giro è arrivata anche la replica del governo scozzese:“Siamo solidali con la signora Gray e comprendiamo quanto siano difficili queste misure per gli individui e le loro famiglie. Però, per gestire il rischio di importare nuove varianti, questi limiti sui viaggi internazionali sono necessari”.

Considerando che la ragazza ha dichiarato di aver controllato prima quali erano i presuposti per poter fare rientro in Scozia, a questo punto sorge spontaneo il dubbio che ci sia un problema di comunicazione sulle modalità che consentono gli spostamenti, i quali come dichiarato dallo stesso governo scozzese, possono variare in relazione all’espandersi più o meno velocemente delle varianti. Sarebbe auspicabile quindi, che la comunicazione sui comportamenti da adottare, soprattutto per i viaggi internazionali, venisse migliorata, in modo da rendere più sereno il viaggio e senza comportare poi, un ulteriore esborso da parte del viaggiatore, per il pagamento dell’albergo in cui effettuare il periodo di quarantena, come accaduto a Billie.