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"Febbre dei conigli": uomo contagiato da un gatto

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Un uomo ha presentato sintomi come rigonfiamenti sul viso e febbre alta,tipici della "febbre dei conigli", dopo essere stato graffiato dal gatto

Una patologia molto rara quella contratta da un uomo americano dopo essere stato graffiato dal suo gatto. Il felino era molto malato e il padrone aveva cercato di curarlo in ogni modo possibile, rimanendo graffiato nel momento in cui aveva cercato di somministrargli un farmaco tramite siringa, così come prescritto dal veterinario. L’uomo ha così contratto la cosiddetta “febbre dei conigli“. La notizia è stata resa nota dal New England Journal of Medicine.

La causa e i sintomi

La febbre dei conigli è una patologia molto rara, che ogni anno colpisce negli Stati Uniti dalle 100 alle 200 persone. La malattia presenta sintomi come febbre molto alta e successivamente la comparsa di rigonfiamenti molto evidenti sul collo e sul viso. Un brutto spettacolo insomma, che però può essere tranquillamente trattato con le dovute terapie.

Il caso più recente di febbre dei conigli è stato quello di un cittadino del Missouri, graffiato dal proprio gatto: l’animale aveva presentato da poco una forma di leucemia felina, che lo avrebbe portato alla morte in pochissimo tempo. Il padrone del gatto però aveva deciso di non darsi per vinto e aveva perciò chiesto al veterinario di provare una cura, che comprendeva l’iniezione di un determinato farmaco. Durante una delle somministrazioni però, il gatto avrebbe graffiato il padrone, morendo giorni dopo a causa della leucemia che i farmaci non erano riusciti ad arginare.

L’uomo avrebbe cominciato da quel momento a presentare i sintomi della famosa febbre dei conigli, che lo avrebbero costretto a correre ai ripari due mesi dopo, presentandosi in pronto soccorso a causa dei gravi rigonfiamenti comparsi sul suo collo. Per fortuna i medici hanno identificato subito la malattia e sono potuti intervenire per salvare l’uomo.

La terapia

Al paziente è stata somministrata doxiciclina per 4 settimane e i rigonfiamenti sono migliorati nel giro di 5 giorni per poi scomparire in 3 settimane, segno che la terapia ha funzionato nel modo corretto. “È probabile che il batterio sia stato trasmesso attraverso un graffio o un morso mentre l’uomo faceva le punture per curare il suo gatto” hanno spiegato i medici nel rapporto del pronto soccorso. Tutto è bene quel che finisce bene dunque, e per fortuna l’uomo è stato salvato in tempo, guarendo definitivamente dalla grave patologia contratta e tornando alla normalità, seppur senza il suo amico a quattro zampe. Una storia che ha dell’incredibile e che per fortuna non ha lasciato morti alle sue spalle.