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Funivia Stresa-Mottarone, la zia di Eitan al fratello morto: "Realizzeremo i sogni che avevate per lui"

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"Faremo di tutto perché i sogni di Eitan diventino realtà. Vogliamo giustizia, quello che è successo sul Mottarone si poteva evitare", scrive la zia Aya.

Le fibre morali del nostro Paese sono fragili, deboli, ormai profondamente consumate. L’ingordigia e l’avidità hanno spinto a non rinunciare a una giornata di incassi. Un business macabro e forse poco consapevole si rivela oggi una regola imperante, sebbene assurda. Stresa è una perla incantevole del lago Maggiore, uno degli angoli più belli e suggestivi della zona, ma dopo la tragedia della funivia il suo cielo diventa grigio, la luce delle sue vie e delle sue stradine meravigliose si assopisce. La rabbia dell’intera comunità si fa sentire forte e il dolore è immenso. La preghiera ora va a Eitan, che è una forza non solo nel nome, il cui significato emblematico si rivela un portafortuna. Così piccolo, la sua vita è stata drammaticamente rovinata, privato per sempre del calore del nido familiare. In quel drammatico pomeriggio di domenica 23 maggio, se n’è andato per sempre l’amore incondizionato dei suoi genitori e l’affetto sincero del suo fratellino. Insieme avevano tutta la vita da costruire, ma logiche spietate hanno stravolto la sua più pura quotidianità e un destino crudele ha portato via così prematuramente la vita dei suoi genitori. Ma l’abbraccio del papà, che ha salvato Eitan da morte certa, si fa sentire anche in questi giorni: finalmente il piccolo sta meglio e ha cominciato a mangiare. Al suo fianco, pronta a prendersi cura di lui con amore, c’è la zia. A distanza di una settimana dall’incidente della funivia Stresa-Mottarone, proprio la zia di Eitan ha scritto al fratello deceduto.

Funivia Stresa-Mottarone, le lettera della zia di Eitan

I genitori di Eitan e il suo fratellino Tom lo proteggono giorno e notte. Accanto a Eitan c’è l’Italia intera, che commossa fa il tifo per lui.

Intanto Aya, la zia di Eitan, scrive una lettera al fratello morto, il papà del bambino. La donna ha aperto il suo cuore e affidato i suoi pensieri a quella lettera letta durante la preghiera, in ricordo di suo fratello Amit, della cognata Tal e dei bisnonni, precipitati nei boschi del Mottarone. Mentre Nerini, il gestore della funivia, chiede perdono alle famiglie delle vittime, la zia di Eitan chiede giustizia.

Funivia Stresa-Mottarone, le parole della zia di Eitan per il fratello morto

Faremo di tutto perché i sogni di Eitan diventino realtà. Vogliamo giustizia, quello che è successo sul Mottarone si poteva evitare, dice la zia di Eitan mostrando il suo amore per i familiari defunti, l’affetto profondo per il nipotino e il dolore incolmabile dovuto alla tragedia.

“Mio Amit, mio piccolo fratellino, mia amata Tal-Tal e nostro Tomi-Tom. Non ho parole per descrivere quanto ci mancherete. Comincia così la lettera di Aya, la quale prosegue: “Quando ci avete raggiunto a Pavia, Eitan aveva solo un mese e le mie bimbe avevano due e 18 mesi. Per la prima volta da anni abbiamo avuto una famiglia in Italia”.

Quindi ha ricordato: “Abbiamo condiviso la crescita dei bambini, li abbiamo allattati insieme, visti sviluppare l’armonia che c’è tra due fratelli. Sono stati anni di gite con i passeggini, di magliette macchiate di gelato giocando all’oratorio di Borgo Ticino, pomeriggi passati nella piscinetta in giardino. Sono gli scatti dei nostri momenti insieme, tra dubbi, studi, lavoro, le nostre festività, i Shabbat insieme”.

Ci sono così tante cose che vorrei dire ancora. Voglio dirvi che io e mio marito faremo di tutto perché i vostri desideri e i vostri sogni per Eitan diventino realtà. Siete sempre nel nostro cuore e anima, in ogni secondo. Vi vorremo bene per sempre, ha aggiunto.

Funivia Stresa-Mottarone, la zia di Eitan ringrazia i medici e la comunità ebraica

Mentre Eitan si sta riprendendo, la zia Eitan è sempre al suo fianco, supportandolo e donandogli l’amore di cui ha bisogno. Così ha colto l’occasione per ringraziare i medici che si sono presi cura di lui e l’intera comunità ebraica.

Ha pronunciato parole di ringraziamento per i medici che “stanno lavorando con passione e infinita pazienzae la comunità ebraica italiana e la città di Pavia “per il sostegno ricevuto in questo momento terribile.

Quindi ha aggiunto: “Ci rattrista sapere che gli indagati sono già a casa. Vorremmo che venissero assicurati alla giustizia in tempi brevi e nella misura massima consentita dalla legge”. La tragedia avvenuta vorremmo fosse un punto di svolta perché tragedie simili non si ripetano. Ci sono stati incidenti inimmaginabili in Italia negli ultimi anni, tutti dovuti a negligenza e mancanza di manutenzione. È ora di dire basta a questi omicidi insensati. Quello che è successo domenica non sarebbe dovuto accadere. Ha distrutto così tante vite e ha completamente distrutto la mia famiglia lasciando come unico sopravvissuto un bambino di 5 anni. Con meno “menefreghismo” questa tragedia si sarebbe potuta evitare”.