Era il 2016 quando Michele Bertani, amico stretto di Andrea Sempio – oggi indagato nel nuovo filone dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco – si tolse la vita.
Garlasco, messaggio o codice segreto? Quel post mai decifrato davvero
Una morte che, all’epoca, passò quasi inosservata in relazione al delitto di Garlasco.
Eppure, c’era un post. Uno di quelli che, riletti a distanza di anni, fanno gelare il sangue. Su Facebook, Bertani aveva scritto: «La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!! la Verità nessuno mai te la racconterà…». Sembrava solo uno sfogo. Una citazione di una celebre canzone dei Club Dogo. Stop. Nessuno gli diede troppo peso.
Ma oggi no. Oggi quel messaggio torna sotto una luce diversa. Il giornalista Luigi Grimaldi, su Il Tempo, ha notato un dettaglio inquietante: le lettere maiuscole usate da Bertani – apparentemente a caso – non sarebbero casuali. Se isolate e traslitterate in ebraico, formerebbero una frase che suona come una rivelazione: “C’era una ragazza lì che sapeva”. Solo suggestioni? O un codice segreto? Forse. Ma i dettagli rivisti oggi appaiono inquietanti.
Il nome usato da Bertani sui social era Mem He Shin. Tre lettere, un riferimento mistico alla Cabala. Il quinto nome di Dio. Simbolismo, fede? O un codice segreto nascosto in bella vista?
Il mistero di Garlasco spunta un codice segreto? Nuove percorsi da seguire
Un altro dettaglio, sepolto nei verbali, riemerge. Nel 2007, Michele Bertani aveva una Volkswagen Golf nera. Stesso modello, stesso colore dell’auto avvistata da un testimone la mattina dell’omicidio, parcheggiata nei pressi di via Pascoli. Il testimone, raccontò di aver visto una macchina “media, scura, forse nera o grigio scuro”.
Poco dopo, ritrattò. Ma resta il dubbio: e se fosse davvero quella l’auto? E se Bertani fosse passato di lì? Cosa sapeva? Perché scrivere quella frase criptica? E soprattutto… perché toglierci la possibilità di chiederglielo?
Il 17 giugno è fissato un nuovo incidente probatorio. Gli investigatori seguono nuove piste per il delitto di Garlasco, rianalizzano tracce. Intanto, l’eco di quel post continua a risuonare. La verità nessuno mai te la racconterà, scriveva Michele. Forse era vero. O forse, l’ha già raccontata. Solo che non l’abbiamo capita.