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Giulio Regeni: un anno fa l'uccisione del ricercatore italiano. Per i genitori l'incubo continua

Giulio Regeni: un anno fa l'uccisione del ricercatore italiano. Per i genitori l'incubo continua

Sono trascorsi 12 mesi dalla scomparsa al Cairo di Giulio Regeni, ma tra silenzi e depistaggi la verità è ancora lontana. E l'incubo dei suoi genitori continua. Era esattamente il 25 gennaio del 2016 quando Giulio Regeni, 28enne ricercatore friulano, scomparve nel nulla nella capitale dell'Egitt...

Sono trascorsi 12 mesi dalla scomparsa al Cairo di Giulio Regeni, ma tra silenzi e depistaggi la verità è ancora lontana. E l’incubo dei suoi genitori continua.

Era esattamente il 25 gennaio del 2016 quando Giulio Regeni, 28enne ricercatore friulano, scomparve nel nulla nella capitale dell’Egitto. Il suo cadavere fu ritrovato il 3 febbraio, orrendamente sfigurato, in un fosso ai bordi di una strada della periferia del Cairo. Inizialmente le autorità egiziane corroborarono l’ipotesi della morte in un incidente stradale, ma i segni sul corpo del ragazzo dicevano tutt’altro.

Il primo a parlare di torture fu l’ambasciatore italiano Maurizio Massari, ma fu quando la madre Paola e il padre Claudio videro il cadavere del figlio e raccontarono questa esperienza in una toccante conferenza stampa, tenutasi al Senato lo scorso 29 marzo, che si ebbe esatta contezza della violenza che si era scatenata contro Giulio Regeni. “L’unica cosa che ho veramente ritrovato di lui, ma l’unica, è stata la punta del suo naso”, disse mamma Paola.

Da quello sciagurato 25 gennaio l’incubo di questi due genitori prosegue. E come potrebbe arrestarsi, se la verità è ancora lontana e man mano che si scava nella vicenda emergono particolari inquietanti? Giulio Regeni stava studiando per ottenere un dottorato di ricerca presso l’Università di Cambridge e si era recato in Egitto per effettuare le proprie ricerche. Si stava occupando dei sindacati autonomi egiziani e in particolare di quello degli ambulanti. La pista più accreditata è che il suo fare domande sia stato frainteso e che i servizi segreti egiziani l’abbiano rapito e torturato per estorcergli delle confessioni, credendolo a torto una spia straniera.

Sotto la lente d’ingrandimento è finito soprattutto il rapporto di Giulio Regeni con Mohamed Abdallah, capo del sindacato ambulanti, con il quale il ragazzo friulano era entrato in contatto e che si pensa l’abbia tradito, denunciandolo alle autorità del Cairo. A suffragare questa ipotesi ci sono un’intervista di Abdallah, pubblicata sull’edizione araba dell’Huffington Post, nella quale l’uomo spiegò che Regeni faceva “troppe domande” e che per questo l’avrebbe segnalato al ministero degli Interni. Inoltre, un video diffuso nei giorni scorsi mostra l’ultimo incontro tra il capo degli ambulanti e Giulio, nel quale il primo chiede del denaro al secondo. Potrebbe essere stato proprio il rifiuto del ricercatore di dare quei soldi ad Abdallah a spingere questi a denunciarlo.

La vicenda di Giulio Regeni è molto intricata, anche perché è fitta la rete di depistaggi e spessa la coltre di silenzio che avvolge l’accaduto. Per questo i genitori di Giulio a un anno dalla sua scomparsa hanno deciso di scrivere una lettera, pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica, nella quale ripercorrono questi loro terribili 12 mesi, ribadendo per l’ennesima volta e con la forza di sempre la loro richiesta di verità. Una richiesta che viene da molti altri cittadini e associazioni, non solo in Italia, che mamma Paola e papà Claudio non hanno dimenticato di ringraziare per l’impegno e la vicinanza.

In ricordo dell’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni oggi i social network si stanno riempendo di messaggi, accomunati dagli hashtag #25gennaio e #365giornisenzagiulio. Tra questi anche il tweet del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, già coinvolto in prima persona nella vicenda poiché all’epoca della scomparsa del ricercatore e del ritrovamento del suo cadavere era ministro degli Esteri. Sul suo profilo Twitter Gentiloni ha scritto: “Un anno dall’orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni” .