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Governo, Savona e Il piano B per l'uscita dall'euro

Paolo Savona

Paolo Savona aveva un piano B per l'uscita dall'euro? La pianificazione dettagliata del professore al centro di un dibattito politico

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 28 maggio ha affidato l’incarico di formare il governo al designato premier gialloverde Professor Giuseppe Conte: figura di congiunzione tra Lega e Movimento cinque stelle. Il passo indietro della prima carica dello Stato è legato, come riportato in un comunicato stampa del Quirinale, alla nomina di Paolo Savona nella lista dei ministri proposta dai Legastellati. Savona, candidato come ministro dell’economia, predilige posizioni molto controverse (secondo Mattarella) sull’Europa e nello specifico sulla proposta di una nuova moneta unica.

L’economista aveva già ricoperto la carica di ministro dell’industria e dell’artigianato nel 1993, criticato in quell’epoca per i suoi atteggiamenti “euroscettici” e “antigermanici” il professore si è fatto partecipe di un forte attivismo per cambiare le istituzioni europee in senso radicale: il suo intervento più estremo fu quello del 2012 quando in una conferenza presentò un piano ipotetico per l’immediata uscita dall’eurozona: il complesso di paesi che utilizza come moneta unica l’euro.

Il piano B contro l’euro

Paolo Savona, soprannominato “il professore anti-euro” ha assunto ripetutamente posizioni critiche sull’Unione Europea e sulla moneta unica. Non si definisce un europeista. Anni fa, nel corso di un convegno, Savona aveva proposto un fantomatico piano B verso l’abbandono dell’euro: un presunto negoziato segreto messo in atto senza darne comunicazione ai media e ai cittadini. Le posizioni del Savona sono fortemente sgradite alla Germania della Merkel, paese che secondo il professore “non ha cambiato la sua visione dell’Europa dopo il Nazismo“. Così la “guida pratica all’uscita dell’euro” (studio riportato il 5 ottobre 2015 su scenari economici.it) ha rappresentato la spada di damocle che pendeva sulla nomina di Savona come futuro ministro delle finanze.

Il piano B si concentrava attorno alla pianificazione dettagliata dell’uscita dell’Italia dall’eurozona: il nostro paese avrebbe abbandonato la moneta unica ma non l‘Unione Europea. ” Se un giorno uno storico scoprisse che un piano B non era stato predisposto sicuramente non darebbe un giudizio positivo sugli uomini che non lo predisposero, perfino nel caso in cui non fosse mai applicato” queste le parole del professore che voleva avviare un percorso alternativo all’unione monetaria veicolandolo attraverso negoziati top secret e che secondo Mattarella avrebbe rappresentato una minaccia per i risparmiatori.

La risposta di Luigi Di Maio

Dopo il bailamme costituzionale attorno alla proposta di impeachment e alla “chiamata alle armi” operata sui social da Luigi Di Maio e il dietrofront del candidato premier M5S dopo il mancato sostegno di Salvini e la lotta personale contro il presidente dell Repubblica, il nodo Savona continua ad essere oggetto di dibattito. ” “Non è un facinoroso. L’ho conosciuto 15 giorni fa e lui ci ha detto che non se ne parlava di uscire dall’euro”. La risposta del Partito Democratico non si fa attendere: su Facebook un video pubblicato dalla pagina del PD sbugiarda le dichiarazioni del fautore della “terza repubblica”. Quello che emerge dal filmato è l’inequivocabile posizione di Paolo Savona che, a dispetto delle smentite dei pentastellati, si è dichiarato fortemente contro l’unione monetaria e già nel 2016 in accordo con Luigi Di Maio sottolineò, “sono il primo ad averlo detto: dobbiamo uscire dall’euro“.